Elezioni nel Kosovo, e neo-imperialismo capitalista
In questi giorni i telegiornali offrono con grande risalto servizi sulle prossime elezioni nel Kosovo, nel quale la civilta' democratica comincia finalmente a muovere i suoi primi passi, dopo l'indigestione di bombe e di violenza di un anno fa. Le immagini mostrano persone che aprono scatoloni da cui estraggono urne elettorali di plastica rigida (produzione autoctona?! - un tempo ai "selvaggi" le "stesse" persone facevano omaggio di specchietti e perline…), altre che preparano i seggi e attaccano cartelli, etc.. Peccato che, o io conosca l'albanese (o il serbo?), oppure noti chiaramente diverse scritte in inglese. Immagino che sia perche' si sappia subito chi saranno comunque i futuri "padroni", che probabilmente hanno anche finanziato i partiti, e le relative campagne elettorali, quei dirigenti su cui poter poi "contare" per le loro "politiche" d'affari. Del resto, e' storia purtroppo gia' vista, nella quale si manifestano le forme subdole di "occupazione" del neo-imperialismo capitalista, che si ritiene naturalmente al tempo stesso evoluto e benevolo. Ingeneroso chi non manifestasse la sua gratitudine verso tanto solerti "pastori"...
(UB, 28 ottobre 2000)