"Paolo Mesto", e la disinformazione storica

 

Indro Montanelli risponde sul "Corriere della Sera" (31.8.2000) a un lettore che gli chiede informazioni su Paolo VI, in particolare se corrisponda a verita' che fosse soprannominato negli ambienti vaticani "Paolo Mesto". A un certo punto, la risposta tocca inevitabilmente la questione scottante: Mons. Montini (allora "di fatto" Segretario di Stato, anche se Pio XII, dopo la morte del cardinale Maglione, non volle mai attribuire a nessuno questa carica in modo formale) "cadde in disgrazia", e fu spedito a fare l'arcivescovo a Milano (1954), senza essere mai nominato cardinale Pio XII vivente (tale nomina fu invece uno dei primissimi atti del pontificato del successore di Papa Pacelli, ovvero Giovanni XXIII - altro "particolare" sul quale bisognerebbe meditare). Il problema fondamentale per lo storico e' naturalmente chiedersi: PERCHE'?

Pure se ammette di non crederci (e, per la verita', tutta la sua risposta e' in generale circonfusa da una certa "cautela"), il maestro del giornalismo italiano riferisce soltanto la voce secondo cui fu una "battuta" a costare l'esilio a Montini, che da quel momento non ebbe piu' rapporti con Pacelli: "Signore, aprigli gli occhi. E se non puoi, chiudiglieli!".

Peccato che, in tal modo, perda l'occasione per anche solo accennare ad altre ipotesi, assai piu' verosimili ed inquietanti, che compaiono negli studi di alcune persone che si sono occupate della vicenda, tra le quali risalta in modo particolare Franco Bellegrandi, con il suo: "NichitaRoncalli - Controvita di un Papa" (Ed. Int. di Letteratura e Scienze, EILES, Roma, 1994 - si tratta di un libro ovviamente alquanto difficile da reperire: nel punto D/2 della pagina Attualita' di questo sito, dove si parla ancora di Paolo VI, in relazione a un altro simile lavoro, sono riportate indicazioni su come e dove richiederne una copia).

In effetti, e' possibile essere tanto ingenui da credere davvero che l'allontanamento del potentissimo Montini* dalle "stanze del potere" avvenne per una battuta? E che non ci fossero invece delle ragioni molto piu' gravi per costringere il Papa a tale decisione? (al punto che, secondo Bellegrandi, appena Pio XII ne venne a conoscenza, fu cosi' sconvolto da avere un collasso: "Costretto a letto per molti giorni dispose l'immediata partenza di Montini per Milano, la prima diocesi vacante che in quel momento di terribile angoscia si trovo' sottomano").

Rimandando il lettore interessato al testo citato**, non posso non sottolineare che quello appena riferito appare solo uno dei tanti casi nei quali non si puo' non restare stupiti di come i "grandi" studiosi della storia si lascino sfuggire sovente l'ESSENZIALE. Questo e' cio' che i "protagonisti" cercano sempre ovviamente di tenere nascosto, ma appunto uno storico attento dovrebbe essere al corrente di tale circostanza, e cercare di svelare quanto viceversa si vorrebbe mantenere velato, formulando almeno un ventaglio di sensate ipotesi.

Per cio' che attiene alla questione specifica, mi chiedo se Montanelli non sappia veramente nulla delle "congetture" che girano in proposito. Forse considera tutte le fonti alle quali alludo "pataccare" (espressione da lui utilizzata una volta nel commentare il valore di certe ricerche storiche), e quindi non le cita per una sorta di "presunzione accademica". Peccato allora che gli unici non pataccari restino gli "ingenui" che credono alle "favole", a voler essere benevoli (oppure, non si tratta affatto di ricercatori poco perspicaci, accecati da uno statuto epistemologico rigoroso***, bensi' di consapevoli operatori della disinformazione, scelga il lettore quale sia da ritenere l'ipotesi piu' probabile…).

 

* Montini era stato uno dei principali referenti italiani del colonnello "Wild Bill" Donovan (fondatore e capo dell'O.S.S., il "servizio" predecessore della C.I.A.), e quindi pedina essenziale nelle operazioni di spionaggio americane durante la guerra. Il padre di Montini era stato uno dei fondatori nel 1919 del partito che dette successivamente i natali alla D.C., mentre un suo fratello fu autorevole senatore di quel partito ("quando parla con qualcuno, non guarda mai negli occhi l'interlocutore", Bellegrandi, op. cit. p. 88). Si calcola che negli anni '50 tra i venti e i trenta milioni di dollari siano filtrati dagli U.S.A. in Italia per il tramite della C.I.A. e del Vaticano. Questa, che affonda nella storia degli ultimi eventi bellici, e' l'origine di tutti i "misteri" della I repubblica, e della "miscela Cia-Vaticano-Mafia-Massoneria [che] si rivelera' altamente esplosiva negli anni a venire" (Andrea Carlo Cappi, Numero Speciale de "Il silenzio di Sparta", rivista fondata e diretta da Maurizio Blondet, "Massoneria e dintorni", dicembre 1996, p. 5).

** Ai "curiosi", offro una breve citazione dal libro di Bellegrandi (p. 19): Pio XII sarebbe venuto in possesso di una "raccolta di lettere attribuite a Montini che segnalavano alla K.G.B. - la polizia politica sovietica - i nomi e i movimenti dei sacerdoti, in gran parte gesuiti, che, in quegli anni esercitavano clandestinamente il loro ministero fra le popolazioni dei paesi comunisti oppresse dalla persecuzione religiosa". Questo capo d'accusa ricorda molto da vicino quello discusso da John Bossy nel suo studio esemplare su Giordano Bruno (altri tempi e contendenti, ma situazione invero assai simile), "Giordano Bruno e il mistero dell'ambasciata" (Garzanti, 1992) - una ricerca di fatto ignorata da tutti nel corso delle recenti innumerevoli "celebrazioni" del quadricentenario del famoso rogo di Campo dei Fiori, ma forse bisogna lasciar "dormire" chi proprio non vuole svegliarsi dal suo sonno pesante...

Nota bene - Le due glosse precedenti sembrerebbero in netto contrasto l'una con l'altra, ma solo per chi condivida, anche inconsapevolmente, un grosso "dogma" dell'interpretazione storiografica moderna: al lettore avveduto il compito di scoprire quale esso sia, e di divertirsi a vedere come, una volta che venga rimosso, numerose questioni altrimenti difficili da spiegare divengano immediatamente semplici.

*** E' questa l'occasione per ribadire il valore della ricostruzione indiziaria nella ricerca storiografica (vedi per esempio il Cap. I del libro presentato nel punto A della pagina di Storia della Scienza nel presente sito), sfatando il "mito" tanto caro agli storici del "documento": c'e' da chiedersi cosa si aspettino di trovare, usando SOLO tali elementi non si comprende bene neanche la "vera" storia di un Istituto universitario di 50 persone! "Non si trovera' nessun documento firmato da Dio o dal diavolo, ne' rapporti sulle loro attivita', ne' memorandum indirizzati ai loro uffici. Ma ci sono i fatti, e se li si osserva bene si e' in grado di interpretarli e da essi arrivare fino a Loro" (citazione libera dal bel libro "in cerca di Klingsor", di Jorge Volpi, Mondadori, 2000).

 

(UB, settembre 2000)