MARIO CASALINO DA VERCELLI
L'uomo che fu Emilio Salgari


di Maurizio Sartor


Lo studio approfondito dei poemi epici l'Iliade e l'Odissea ha inizio con l'età alessandrina, e con esso la cosiddetta "questione omerica".
Mentre si andavano anche apprestando le prime edizioni critiche dei poemi, si cominciò a dubitare che tutto il corpo delle opere tradizionalmente attribuito ad Omero non fosse autentico; Senone ed Ellanico (i "separanti") giunsero già a sostenere che i due poemi principali fossero opera di due autori diversi.
La questione riprese in età moderna quando il Vico, nella seconda edizione della Scienza nuova del 1730, giungeva a conclusione che Omero era solo un personaggio fittizio, simbolo di un'epoca eroica e fantastica espressa in canti di diversi autori.
Nello scorso secolo si è rafforzata la posizione dei sostenitori di due poeti separati; assai diverse tra loro per spirito e contenuti, l' Iliade sarebbe anteriore di una generazione all'Odissea (Alfred Heubeck), o viceversa si riconosce nella prima un influsso della seconda (Benedetto Marzullo). Per molti studiosi comunque il vero autore sarebbero in realtà due persone diverse, inoltre l'appellativo Omero sarebbe da riferirsi non tanto ad un'unica persona ma ad un gruppo di autori, gli "omeridi".
Prendendo in esame i testi pubblicati a firma Salgari, potremmo azzardare ad affermare, nonostante le tante differenze sul caso, valga un po' lo stesso discorso: esistono testi originali di Emilio Salgari pubblicati a partire dal 1883, ed esistono testi a firma Salgari di dubbia provenienza pubblicati a partire dagl'inizi degli anni '20 del secolo scorso, riconducibili ad un'eterogenea e non del tutto identificata schiera di ghost-writer salgariani.

Un paio d'anni fa ricercando in internet dei più svariati argomenti riguardanti Salgari mi sono imbattuto nell'Inventario del "Fondo Bemporad" depositato nel sito del "Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche" (SIUSA) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).
Il "Fondo Bemporad", conservato nell'Archivio Storico di Giunti Editore a Firenze, dichiarato di notevole interesse storico con provvedimento n.353 del 21.05.1981, è così suddiviso:

- Corrispondenza con autori (1898 fascicoli nominativi ordinati alfabeticamente).
- Corrispondenza con collaboratori (162 fascicoli).
- Corrispondenza con personalità della politica e della cultura (56 fascicoli).
- Corrispondenza di segreteria (64 fascicoli).
- Corrispondenza Famiglia Bemporad (5 fascicoli).
- Corrispondenza con case editrici italiane (97 fascicoli).
- Corrispondenza con case editrici straniere (157 fascicoli).
- Corrispondenza con Enti (70 fascicoli).
- Corrispondenza di segreteria ordinaria (498 fascicoli suddivisi per lettera).
- Libri sociali (3 pezzi).

Il numero complessivo di fascicoli è di 3010 unità e considerando che ognuno di questi fascicoli può essere composto da alcune decine a svariate centinaia di pagine ci dà la misura di quanto immensa e sterminata sia la documentazione ed il materiale cartaceo custodito nell'Archivio Storico Giunti a Firenze.

Dopo aver appreso in un sito internet che "…tal Lorenzo Chiosso, che si fece delegare dal tutore dei ragazzi Salgari, lo zio Ugo Peruzzi, a trattare con gli editori per i diritti delle trame e dei titoli (ancora inediti), il quale non si perita di rielaborare appunti e manoscritti e di far passare per proprie le fantasie salgariane…", ed ancor più approfonditamente nel bellissimo volume Emilio Salgari e dintorni a cura di Felice Pozzo (pagine 270 e 271) che Salgari aveva lasciato un lavoro incompiuto "un romanzo che non potremo mai leggere e che possiamo soltanto rimpiangere di cuore" intitolato La Città Sottomarina e che nel 1940 la casa editrice A.V.E. di Roma darà alle stampe un romanzo di Renzo Chiosso col medesimo titolo, "…Brano dove (commenta Pozzo) uno degli aggettivi preferiti da Salgari, "formidabile", trova ampia utilizzazione…", ho deciso di approfondire l'argomento e di ricercare più minuziosamente sul suo conto nel "Fondo Bemporad".

Scorrendo le pagine dell'Inventario, leggiucchiando sbadatamente i cognomi inizianti con la lettera "C", poco prima di arrivare al fascicolo contenente le documentazioni inerenti Chiosso Lorenzo, mi soffermo e resto colpito da quanto segue:

29.5. Casalino Mario
(3 dicembre 1929 - 22 dicembre 1932).
57 carte / Mario Casalino scrive per la Bemporad due romanzi su trame lasciate incompiute da Emilio Salgari e qui sono presenti i contratti che ne definiscono i termini. Alcune lettere fanno riferimento ad altre attività di Casalino che sono quella di traduttore (traduce un testo di P. C. Wren) e di riduttore (gli viene commissionata la riduzione di cinque libri di K. May già editi dalla Bemporad).

Essendo a conoscenza dei nomi e delle identità di tutti i ghost-writer salgariani fino ad oggi svelati, principalmente grazie alle brillanti e tenaci indagini dell'editore e studioso torinese Andrea Viglongo negli anni '40 e '50 del secolo scorso, capisco subito di essere di fronte ad un'incredibile e strabiliante scoperta!

Prendendo in esame tutti i romanzi "postumi", quelli a cui si è dato maggior risalto e si è riservata un'attenzione particolare sono stati quelli pubblicati dalla Bemporad, l'ultima casa editrice di Emilio Salgari vivente, la quale poté utilizzare la parte più corposa e pregevole degli appunti, delle tracce e delle trame per futuri romanzi lasciati dal defunto romanziere e che pretendeva, più di ogni altro editore, che i compilatori si adeguassero allo stile, tanto da ingannare perfino l'onorevole Giovanni Spadolini, studioso e grande appassionato dell'Opera salgariana, che proclamò Emilio Salgari uno dei "Padri della Patria", il quale annoverò tra i suoi romanzi preferiti proprio uno di questi romanzi, Josè il Peruviano.
 
Dopo una serie d'interessanti e circostanziati calcoli e ragionamenti, cui rimando per ulteriori dettagli e precisazioni al mio primo saggio in materia Emilio Salgari e i "Casalesi", riesco a "capire" quali romanzi Mario Casalino s'impegnò a scrivere e portò a compimento sotto mentite spoglie per la casa editrice Bemporad, individuandoli nei romanzi I Cannibali dell'Oceano Pacifico (1930) e I Prigionieri delle Pampas (1931).

Consecutivamente comunico i risultati delle mie scoperte ai discendenti di Emilio Salgari ed ai massimi esperti, ricercatori e studiosi dell'Opera salgariana, e dopo qualche mese vengo invitato dal signor Roberto Fioraso, su decisione del direttore Claudio Gallo, a scrivere un saggio sulla scoperta da pubblicarsi all'interno della rivista salgariana di letteratura popolare "Ilcorsaronero" (n.17, settembre 2012) pubblicata da Del Miglio Editore (Verona) e redatta in collaborazione con la Biblioteca Civica di Verona.

In seguito è sorta la necessità di conseguire, alle basilari nozioni bibliografiche già segnalate nel mio primo saggio sopracitato, ulteriori informazioni biografiche sulla figura di Mario Casalino, oltre che di ottenere conferma di quanto da me precedentemente scoperto. Decido così di prendere contatto con i responsabili dell'Archivio Storico Giunti a Firenze.

Verso la fine di novembre 2013 il responsabile dell'Archivio Storico Giunti di Firenze, il gentilissimo signor Aldo Cecconi, mi comunica i risultati delle indagini e delle consultazioni nei carteggi e nei documenti conservati e custoditi nel "Fondo Bemporad" dell'Archivio Storico Giunti:

I Cannibali dell'Oceano Pacifico:

E' presente un contratto del 3 Dicembre 1929
stipulato da Mario Casalino e la casa editrice Bemporad nel quale si fa riferimento a una trama redatta da Salgari intitolata "I naufraghi d'Ikanamawi" di cui viene fornita una copia dattiloscritta "di fogli undici" a Casalino come base per il suo lavoro.
Il romanzo verrà pubblicato nel corso del 1930 col titolo "I cannibali dell'Oceano Pacifico".

Come già segnalato nel bellissimo volume Emilio Salgari, la Macchina dei Sogni a cura di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi del 2011 (pagina 433):

"L'8 ottobre 1929 Bemporad acquistò altre 5 trame: Song Kay il pescatore, Lo scotennatore, Manuel de la Barrancas, Naufraghi d'Ikananmaivi (poi I Cannibali dell'Oceano Pacifico), I Prigionieri
delle Pampas."

era già risaputo che il titolo originale de I Cannibali dell'Oceano Pacifico fosse I Naufraghi d'Ika-na-Mawi.

La Bemporad infatti pubblicizzò questo romanzo prima della sua uscita nel 1930, nella quarta di copertina di svariati romanzi, col titolo I Naufraghi d'Ika-na-Nawi, inserendolo nell'elenco delle "Opere di Emilio Salgari" (della "Nuova collana di avventure per la Gioventù") in corso di stampa.




Una volta pubblicato il romanzo col titolo definitivo sparirà dall'elenco delle opere di Emilio Salgari il titolo I Naufraghi d'Ika-na-Nawi il quale verrà sostituito appunto da I Cannibali dell'Oceano Pacifico .

Ricordo che "Ika na'Mawi" è il nome Maori dell'isola settentrionale della Nuova Zelanda dov'è ambientata appunto la parte finale del romanzo I Cannibali dell'Oceano Pacifico (regione Mangawhai, golfo di Hauraki, isola di Kawau, ecc…).

I Prigionieri delle Pampas:

E' presente un contratto del 14 Maggio 1930
stipulato da Mario Casalino e la casa editrice Bemporad per la compilazione del romanzo, che verrà pubblicato nel corso del 1931.

Qualche settimana dopo aver scoperto il ghost-writer Mario Casalino, ho deciso di continuare le mie ricerche ed analizzare il "Fondo Bemporad" ancor più approfonditamente e, del tutto inaspettatamente, sono riuscito a scoprire altri 2 potenziali ghost-writer salgariani:

53.8. Fancelli Emilio
(9 ottobre 1929 – 27 novembre 1965).
22 carte / Emilio Fancelli viene contattato dalla Bemporad per compilare alcuni libri d'avventura seguendo alcune trame salgariane. L'autore inoltre propone anche libri suoi all'editore, ma nessuno di questi viene pubblicato.

95.16. Palmarini Italo M.
(29 marzo 1897 – 6 dicembre 1934).
25 carte / Il fascicolo contiene il deposito legale dei due libri per bambini scritti dal Palmarini e alcune lettere tra l'autore e la Bemporad per la compilazione di una trama salgariana.

Per quanto riguarda Emilio Fancelli, conosciuto ed apprezzato in particolare per i romanzi Il Figlio di Yanez (1928) e Le Pantere di Timor (1929) pubblicati dalla casa editrice Nerbini di Firenze, ho trovato nell'Almanacco Piemontese di vita e cultura 1982 nella sezione "Emilio Salgàri e l'avventura scritta" al capitolo "Anche Emilio Fancelli contro i << falsi Salgàri >>" di Andrea Viglongo (pagina 155) le prove che lo scagionano:

"Lo stesso Emilio Fancelli ammise di aver avuto dalla Casa Editrice Bemporad la proposta di scrivere nuovi romanzi d'avventure sviluppando trame salgariane (chissà da chi redatte), da presentare poi col nome d'autore Emilio Salgari, e di averla rifiutata."

Sulla base di queste ultime informazioni acquisite le indagini su Emilio Fancelli, per quanto mi compete, si fermano qui.


Per quanto riguarda Italo Mario Palmarini, autore per la Bemporad di un paio di libri per fanciulli, assolutamente sconosciuto a tutti gli studiosi, biografi e ricercatori salgariani, non si parla di contratti come nella vicenda di Mario Casalino ma più genericamente di uno scambio epistolare tra lo scrittore e la casa editrice per un'eventuale compilazione di una trama salgariana. Di conseguenza ho ritenuto il caso non dissimile da quello di Emilio Fancelli, ipotesi confermata anche da quanto riportato nel "Fondo Bemporad".
Il romanzo I Prigionieri delle Pampas è stato dapprima proposto in data 20 Febbraio 1930 a Italo Mario Palmarini, di cui è conservata nel "Fondo Bemporad" una lettera dattiloscritta in proposito, poi però, per motivi ancora ignoti, non si è arrivati ad un accordo tra le parti. Di conseguenza la Bemporad ha affidato anche questo incarico al signor Mario Casalino ed in data 14 Maggio 1930 si è arrivati alla stipula del contratto tra Casalino e la Bemporad per la compilazione del romanzo, che verrà poi pubblicato nel corso del 1931.

Ora abbiamo le prove ufficiali che il vercellese Mario Casalino fu il vero autore dei due romanzi pubblicati a firma Emilio Salgari I Cannibali dell'Oceano Pacifico (contratto del 3 Dicembre 1929) e I Prigionieri delle Pampas (contratto del 14 Maggio 1930).

Il gentilissimo signor Aldo Cecconi, il cui contributo è stato veramente inestimabile, oltre a riferirmi che per ogni romanzo è stato stipulato un contratto tra Mario Casalino e la casa editrice Bemporad, mi ha fornito anche ulteriori informazioni bio-bibliografiche su Casalino ricavate da un repertorio del 1940 intitolato Chi è? : dizionario degli italiani d'oggi (IV edizione) di Angelo Fortunato Formiggini pubblicato dalla casa editrice Cenacolo di Roma:

Casalino Mario, giornalista,
nato a Vercelli il 19-IX-1895
da Luigi Casalino e da Giovanna Berio.

Milano. [luogo di residenza nel 1940]

E' collaboratore della "Stampa", "Illustrazione Italiana",
"Fiera Letteraria", "Novella", ecc...
E' stata rappresentata a Trieste
la sua commedia "Il profumo della donna"
e a Roma "Il piacere degli altri".



Io nel frattempo ho continuato le mie ricerche e sono riuscito ad entrare in possesso di una copia del libro Romanzo d'Amore di Mario Casalino pubblicato nel 1931 dalla casa editrice Carabba di Lanciano, dove ho trovato un bellissimo ritratto di Mario Casalino firmato "MVM", molto probabilmente le iniziali del nome dell'autore.





Inoltre sono entrato in contatto con Alice Zardo studiosa delle opere di Jane Austen (corso di Traduzione e mediazione dell'Università di Udine) che stava definendo una tesi di laurea sul confronto tra le varie traduzioni italiane del romanzo Emma di Jane Austen e mi ha confidato che Mario Casalino è considerato molto importante nell'ambiente austiniano perché è stato il primo traduttore verso l'italiano di quel capolavoro (nel 1945 per Ed. Ultra di Milano).

Mario Casalino inoltre è stato il primo traduttore verso l'italiano anche di un altro romanzo di Jane Austen, Persuasione (nel 1945 per M. A. Denti d Milano).
Purtroppo nonostante Mario Casalino sia stato il primo traduttore italiano di ben 2 dei 6 "romanzi canonici" austeniani, oltre che in assoluto di 2 dei più grandi capolavori della letteratura inglese di ogni tempo, gli studiosi ed i bibliografi dell'Opera di Jane Austen sono praticamente all'oscuro di qualsiasi informazione sul suo conto.

Ritengo sia essenziale ed opportuno continuare le indagini e le ricerche sulla figura e sull'operato di Mario Casalino perché potrebbe rivelarsi importante e rilevante per un approfondimento agli studi inerenti sia Jane Austen sia Emilio Salgari.
Nello specifico sarebbe interessante riuscire ad entrare in contatto con i discendenti di Mario Casalino per poter ricercare tra le probabili carte e documenti lasciati dal loro defunto parente, eventuali indizi o le prove che Mario Casalino sia stato autore anche di altri testi pubblicati a firma Emilio Salgari.

Negli anni a venire altri autori vestiranno i panni dell'intrepido Capitano Salgari: attraverseranno immense distese di ghiaccio, deserti infuocati ed intricate foreste, sfideranno la morte in epici duelli e solcheranno impavidi i mari della fantasia, ma questa, come si sarebbe detto un tempo, è un'altra storia…

Maurizio Sartor

Treviso, Gennaio 2014