Il "progresso" che viene imposto dall'ALTO:
l'elite dei "funzionari" dell'ONU, e i diritti dei bambini…
Questa volta le seguenti informazioni, provenienti dal gruppo cattolico spesso citato nella presente rubrica, non necessitano di alcun commento, e si integrano perfettamente nella concezione storiografica generale che e' stata qui illustrata con numerosi argomenti.
(UB, gennaio 2001)
* * * * *
Subject: [politica_cattolici] L'Onu vuole i tuoi bambini
Date: Sat, 13 Jan 2001 23:49:12 +0100
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Washington, D.C. - Quando un'agenzia dell'Onu si incontra per
discutere dei diritti dei bambini, i genitori si mettano in allerta.
L'UNICEF (United Nations Children's Fund) sta organizzando un
vertice sui diritti dei bambini per il settembre 2001, per celebrare
il decimo anniversario dell'applicazione della Convenzione
dell'Onu sui Diritti del Bambino.
Nel linguaggio dell'Onu, per "diritti dei bambini," si intende
normalmente che lo stato deve essere l'autorità finale sul bambino.
Il genitore viene relegato al ruolo di custode. Secondo l'Onu, la
"famiglia" è solo una sotto-unità dello Stato ed è sussidiaria ai
bisogni dello Stato. I funzionari che stanno organizzando questo
vertice UNICEF, che si terrà a New York, hanno recentemente
creato nuove regole per determinare chi può partecipare ai vari
negoziati, a porte chiuse, sui diritti dei bambini. L' UNICEF ha
stabilito che le Ong, organizzazioni non-governative, che
partecipano a questo vertice potranno avere solo due rappresentanti
in ogni sessione del negoziato.
Questo vertice sui bambini discuterà sia dell'aborto che
dell'omosessualità, nell'ambito dei "diritti umani."
Ciò significa, in pratica, che le Ong pro-famiglia si troveranno in
fortissima minoranza numerica nelle sedute finali. Di solito sono in
minoranza comunque, ma questa nuova regola limiterà moltissimo
la possibilità delle associazioni pro-famiglia di combattere contro
queste proposte a favore dell'aborto e delle proposte degli
omosessuali.
Lo scopo principale di questo vertice UNICEF è quello di ridefinire il
ruolo della famiglia tradizionale e di promuovere l'idea che i bambini
di anni 10-18 hanno un diritto inalienabile ad avere un'attività sessuale
con partner dello stesso sesso e di abortire i loro bambini indesiderati.
Questi concetti vengono direttamente dalla Dichiarazione dell'Onu sui
Diritti del Bambino.
In termini piuttosto innocui, questo documento Onu trasforma le
Nazioni Unite in un genitore globale, fa piazza pulita dei diritti dei
genitori e dà ai bambini una libertà pressoché illimitata di decidere
dei propri destini senza interferenza da parte dei genitori. Il testo
completo di questo documento è disponibile sul sito Internet
dell'Unicef.
Bisogna rendersi conto che, nonostante questa Dichiarazione dell'Onu
sia stata approvata da quasi ogni nazione della terra tranne gli Stati
Uniti e la Somalia, essa à servita ben poco a fermare i maltrattamenti
dei bambini. In Tailandia i predatori omosessuali continuano ad abusare
di routine dei maschietti, in Sudan si continua a vendere i bambini
come schiavi del sesso, e la "missione" mondiale di NAMBLA sta
ancora promuovendo le molestie ai bambini. La Dichiarazione Onu
usurpa l'autorità dei genitori ma non protegge sul serio i bambini.
Il progettato vertice UNICEF sarà ancora una volta uno sforzo dell'UNICEF
di distruggere la famiglia tradizionale e di mettere ogni autorità decisionali
nelle mani di un'agenzia totalitaria dell'Onu.
Ci auspichiamo che le Ong pro-famiglia a questo vertice dell'UNICEF
riescano a rovesciare qualunque proposta delle Nazioni Unite che miri
a erodere ulteriormente i diritti dei genitori nelle nazioni che hanno già
firmato la Dichiarazione dell'Onu. Educare i bambini è compito dei
genitori, non di un'agenzia dell'Onu.
***
Sull'argomento vedere "Parent Police" di Ingrid J. Guzman, 1995,
Huntington House Publishers, 44pp., $3.49.
"Non fatevi ingannare dai propugnatori dei diritti dei bambini,"
scrive la Guzman.
"Nei paesi che ratificano questo trattato, un giorno i genitori potranno
essere processati se cercano di istillare nei figli dei valori che per
l'Onu non sono nell'interesse del bambino."
La Dichiarazione dell'Onu riconosce ai bambini il diritto di rifiutare ogni
insegnamento religioso (Articolo 14), il diritto di frequentare chiunque
vogliono (Articolo 15), e perfino il diritto di vedere, sentire o leggere
qualunque cosa desiderino (Articolo 13) anche contro la volontà dei
genitori.
Rev. Louis P. Sheldon, Presidente della Coalizione per i valori tradizionali
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Subject: [politica_cattolici] l'Unicef e l'aborto
Date: Fri, 26 Jan 2001 21:10:27 +0100
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18 gennaio, 2001
L'UNICEF CERCA DI LIMITARE LA PARTECIPAZIONE DEGLI ANTI-ABORTISTI AL VERTICE DI SETTEMBRE
I Movimenti per la vita accusano l'Unicef di aver adottato due misure per
limitare la partecipazione delle Ong anti-aborto e per assicurare che gli
alleati dell'UNICEF sull'aborto possano inondare delle loro presenze il vertice
che revisionerà in settembre la Convenzione sui diritti del bambino. La prima di queste mosse dell'UNICEF è stata quella di limitare il numero di partecipanti a non più di quattro per ogni Ong. La seconda, ancora più clamorosa, è stata l'allargamento dell'invito ad altre due Ong, chiamate
"Ong dell'UNICEF" e ad altre Ong che hanno un "rapporto speciale" con l'UNICEF.
I gruppi anti-abortisti riferiscono che a una di queste "Ong dell'UNICEF" è
stato dato il permesso di accreditare ben 40 persone. E questa stessa Ong sta
schedando i partecipanti per assicurarsi che siano tutti pro-aborto.
L'UNICEF afferma che si è deciso di restringere il numero dei partecipanti Ong per la limitatezza dei posti a sedere nelle sale delle conferenze dell'Onu, che possono accomodare intorno alle 200 persone.
Quello che però i funzionari dell'UNICEF non dicono è che la maggior parte dei delegati delle Ong mostrano ben poco interesse a seguire le sedute spesso noiose delle delegazioni governative, e preferiscono invece presenziare ad incontri delle Ong e a discussioni di gruppo molto più avvincenti che si tengono in altre parti del palazzo. Alle sedute dei negoziati governativi, che sono lo scopo essenziale delle conferenze dell'Onu, spesso i rappresentanti delle Ong non si vedono nemmeno. La sala delle conferenze potrà essere straripante nel primo giorno della seduta, ma poi la maggior parte dei delegati delle Ong se ne allontana.
I negoziati dell'Onu si muovono con la velocità dei ghiacciai eterni. I delegati
governativi lavorano sulle bozze dei documenti parola per parole e i negoziati
finiscono per impantanarsi nelle minuzie del linguaggio e perfino della
punteggiatura. [Al Cairo+5 due anni fa, i delegati tennero un lungo dibattito
sull'uso di un punto e virgola]. Gli incontri delle Ong, d'altra parte, prendono
la fisionomia di comizi politici che i partecipanti delle Ong trovano più
divertenti. C'è, poi, l'attrattiva della città di New York, alla quale i
partecipanti si rivolgono per turismo e acquisti.
La primavera scorsa le Ong radicali e i burocrati dell'Onu furono scioccati nel
vedere quello che a loro sembrarono numeri enormi di partecipanti anti-abortisti arrivare all'incontro Beijing+5. Per uno spazio di due settimane bastarono 12 Ong anti-abortiste perché fossero ammessi circa 300 partecipanti. Per contro, oltre duecento Ong pro-aborto ne accreditarono qualche migliaio per lo stesso periodo. Le Ong radicali e i burocrati dell'Onu si lamentarono che un numero così basso di Ong avesse potuto accreditare tanti delegati anti-abortisti, e affermarono che avevano infranto la regola per cui ogni Ong può accreditare solo alcune persone. I funzionari al Consiglio economico e sociale americano insistono che questa regola non esiste.
All'incontro Beijing +5 gli antiabortisti erano comunque in forte minoranza,
ciononostante riportarono delle vittorie travolgenti, sabotando le proposte
radicali di allargare il diritto all'aborto e i diritti speciali per gli
omosessuali. A quell'epoca le Ong radicali e i burocrati dell'Onu parlarono
apertamente della necessità di limitare la partecipazione delle Ong a favore
della vita. Durante un incontro della potente organizzazione femminista Women's Caucus a Beijng+5, una partecipanti disse "Essi (gli anti -abortisti) non dovrebbero avere il diritto di essere qui." Un'altra disse, "Bisognerebbe
fermarle."
Ci fu anche una donna che disse, "Io sono lesbica, questo era stato l'unico
rifugio che avevamo, e adesso l'hanno voluto distruggere." Delle Ong razziste
hanno fatto anche circolare una lista dei gruppi antiabortisti presenti
all'incontro, intendendoli naturalmente come gruppi "da colpire".
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