Halton Arp
Il Re dei Quasar
(di Alberto Bolognesi)
(Halton Arp, 1927-2013)
Nel più accurato silenzio della comunità scientifica
il 2013 si è portato via l'ultimo "eretico eccellente", l'astronomo
americano Halton Arp.
Storico contestatore con Fred Hoyle e i coniugi Burbidge della
teoria del Big Bang e delle (presunte) "immense" distanze dei quasar, fu
per oltre mezzo secolo la spina nel fianco della legge di Hubble e dell'espansione
dell'universo. La Creazione dal nulla è una rozza superstizione, una
mitologia smentita dall'osservazione, una commistione di interessi accademico-burocratici
subordinati alle credenze popolari e ai fabbricanti di tecnologie: "Se i
teorici di professione non avessero forzato i risultati di Hubble per accordarli
a fascinose teorie alla moda - scrive nel suo libro "Seeing Red", tradotto
in italiano da Jaca Book - non avremmo fondato tutta la nostra conoscenza
di base su un'assunzione completamente sbagliata".
Halton "Chip" Arp era nato a New York nel 1927 da una famiglia
di artisti imparentata con quel celebre Jean Arp esponente del dadaismo,
ma deve il suo nomignolo ai singolari "cinguettii"che non cessava di emettere
nella culla. Si laureò ad Harvard cum summa laude e cum laude ottenne
il dottorato al California Institute of Technology, prima di intraprendere
come astronomo addetto al grande riflettore di Monte Palomar una cruciale
e contrastatissima verifica delle distanze delle galassie e dei quasar che
sfociò dopo 29 anni nell'inverosimile interdizione dal circuito dei
grandi telescopi ottici americani.
Questo scandalo da Medioevo nella terra dei cow-boys lo indusse a trasferirsi
in Europa verso la metà degli anni Ottanta, dove potè proseguire
le sue ricerche in qualità di ospite non retribuito presso il Max Planck
Institut di Monaco di Baviera fino al 2012. Il motivo del contendere,
talora assai aspro, andava al cuore della più inviolabile assunzione
dell'astronomia extragalattica, per la quale il caratteristico spostamento
spettrale degli oggetti cosmici (redshift) è la conseguenza di un
effetto universale di reciproco allontanamento analogo all'effetto Doppler,
poi corretto in una più problematica "produzione" di nuovo spazio
a causa di una fantomatica "energia oscura", che alimenterebbe così
un'incessante e progressiva recessione delle ... distanze. E' questa tribolatissima
dilatazione dello spazio metrico che fornisce la chiave di volta a tutta
la cosmologia contemporanea e che permette di immaginare come un film girato
all'incontrario che in un lontano passato tutte le galassie si trovassero
ammassate le une sulle altre all'interno di un punto piccolissimo e densissimo
contenente anche il tempo e lo spazio: il Big Bang, appunto. Che è
uno scenario grandioso quanto fragile, perchè basterebbe trovare oggetti
interagenti ma con spostamenti spettrali differenti per far crollare come
un castello di carte tutta la vantata autorevolezza del quadro scientifico
contemporaneo.
Ebbene questi oggetti Arp sostiene di averli trovati e dopo una
lunga vita spesa nella loro identificazione sulla sfera celeste ha collezionato
un numero impressionante di casi che, se confermati, manderebbero in completa
revisione non solo l'attuale sistema del Mondo, ma le stesse venerabili
Sacre Scritture. Vengono a mente le parole di Martin Lutero quando sentì
parlare delle invereconde teorie di Copernico: "quel pazzo non creda di
poter mettere sottosopra l'intera astronomia!", esclamò.
Logorato dal Parkinson, "Chip" Arp è morto di polmonite
all'alba del 28 dicembre all'età di 86 anni in una clinica di Monaco
di Baviera. L'infermiera riferisce che ha reclinato il capo, le mani hanno
smesso di tremargli e ha chiuso gli occhi. Occhi pieni di stelle.
Alberto Bolognesi