Una nuova interpretazione
del problema dei buoi di Archimede
conduce ad una soluzione finalmente
"ragionevole"...
(Calogero
Savarino - calogero.savarino@email.it)
«Calcola, o amico, il numero
dei buoi del Sole, operando con cura, tu che possiedi molta scienza; calcola in
quale numero pascolavano un giorno sulle pianure dell'isola sicula Trinacria,
distribuiti in quattro gruppi di vario colore: uno di aspetto bianco latteo, il
secondo splendente di color nero, il terzo poi di un bruno dorato ed il quarto screziato.
In ogni gregge i tori erano in quantità considerevole, distribuiti secondo i
rapporti seguenti: ritieni i bianchi come eguali alla metà ed alla terza parte
di tutti i neri ed ai bruni; i neri poi eguali alla quarta parte ed alla quinta
degli screziati e a tutti i bruni; i restanti screziati considerali poi come
eguali alla sesta ed alla settima parte dei tori bianchi e di nuovo a tutti i
bruni. Le giovenche invece erano distribuite nei rapporti seguenti: le bianche
erano eguali precisamente alla terza e quarta parte di tutto il gregge nero; le
nere alla quarta parte insieme alla quinta delle screziate prese assieme ai
tori; le screziate erano precisamente eguali alla quinta parte ed alla sesta di
tutti gli animali del gregge bruno; le brune poi vennero valutate eguali alla
metà della terza parte ed alla settima parte del gregge bianco. Quando, o
amico, avrai determinato esattamente quanti erano i buoi del Sole, avrai
distinto quanti erano di ciascun colore, non ti si chiamerà certamente
ignorante nè inabile nei numeri, però non ti si ascriverà peranco fra i
sapienti. Ma ora bada bene a questi altri rapporti fra i buoi del Sole. Quando
i tori bianchi mescolavansi ai neri formavano una figura equilatera, le vaste
pianure della Trinacria erano allora tutte piene di buoi; invece i bruni e gli
screziati costituivano una figura triangolare. Quando avrai trovato tutto
questo e l'avrai esposto sotto forma intelligibile e avrai anche trovato il
numero totale dei buoi, allora, o amico, va superbo per quanto hai fatto come
un vincitore e sta sicuro di venire considerato come ricco di quella scienza».
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In un lavoro del 2004 ("Variazioni sul
problema dei buoi di Archimede, ovvero, alla ricerca di soluzioni
'possibili'...", in collaborazione con Maria Cristina Vipera) mi sono
occupato del celebre problema dei buoi di Archimede sopra riportato, e delle
note difficoltà finora incontrate nel determinarne una soluzione
"ragionevole" (che fosse cioè accessibile ad un antico greco non
dotato dei moderni strumenti di calcolo elettronico).
Espressi allora l'opinione
che Archimede non volesse proporre un problema di fatto insolubile, giocando
una sorta di "beffa" ai suoi interlocutori, bensì che ci fossero
stati errori nella tradizione del testo, che avevano reso l'enunciato iniziale
ormai irriconoscibile. Esaminai allora nel menzionato articolo alcune
"varianti" dell'interpretazione ortodossa, alcune delle quali degne
di qualche attenzione.
A distanza di anni, una
corrispondenza con Calogero Savarino (insegnante elementare in pensione, che
vive a Ravanusa, in provincia di Agrigento) mi ha ricondotto ad interessarmi
della questione che avevo ormai dimenticato, e portato alla convinzione che in
effetti non tanto ad un errore di tradizione bisogna pensare, quanto piuttosto
ad un errore di interpretazione. Il testo è infatti volutamente oscuro, proprio
perché la sua esatta comprensione costituisse un problema precedente il
problema matematico da affrontare.
Mi è sembrato che
l'argomentazione e la soluzione proposte da Savarino siano degne di essere
conosciute, ed acconsento pertanto con piacere a collaborare con lui in questa
presentazione.
Perugia, 6 novembre 2010 -
Umberto Bartocci
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Il problema di Archimede
secondo l'interpretazione comune
Cominciamo con il dare la
formalizzazione precisa del problema così come esso viene generalmente
interpretato (con linguaggio e simbolismo "moderno"). Con A, B, C, D
indichiamo il numero dei tori dei rispettivi 4 colori, bianco, nero, bruno,
screziato. Con A', B', C', D' il numero delle mucche dei rispettivi sopraddetti
colori (sicché A+A' = totale degli animali costituenti il gruppo bianco, etc.).
A = (+)B + C
B = (+)D + C
D = (+)A + C
A' = (+)(B+B')
B' = (+)(D+D')
C' = (+)(A+A')
D' = (+)(C+C')
Le ultime due condizioni
quadratiche imposte da Archimede (che resteranno invariate nel presente
scritto) sono rispettivamente:
A+B = numero quadrato
C+D = numero triangolare =
1+2+...+m = Û 8(C+D)+1 = quadrato.
Entrambe si riducono quindi
in definitiva alla richiesta che un dato numero sia un quadrato.
Il problema di Archimede
secondo l'interpretazione di Savarino
Gli animali di cui parla
Archimede sono ripartiti in QUATTRO distinte mandrie.
- La prima include i tori
bianchi, più una parte dei tori bruni; diremo X il numero di questi, di modo
che la quantità complessiva di buoi presente in tale mandria sia: A+ X.
- Nella seconda ci sono i
tori neri, più ancora la stessa parte di tori bruni che in quella precedente,
di modo che tale seconda mandria contiene: B+X buoi.
- Nella terza ci sono tutti
i tori screziati e ancora tori bruni, ma il loro numero totale va calcolato suddividendo
i tori screziati in due gruppi, i 9/20 di D e gli 11/20 di D, ciascuno dei
quali contenente la stessa parte di tori bruni che nei due vasi precedenti, di
modo che tale terzo gruppo sia insomma così costituito: (9D/20+X) + (11D/20+X).
Vale anche a dire che: C =
4X.
- Nella quarta mandria ci
sono infine tutte le mucche, di qualsiasi colore, di modo che la quantità
complessiva di animali in esso presente sia: A'+B'+C'+D'.
Il numero totale dei tori,
che chiameremo S, sarà allora:
S =A+B+C+D = A+B+4X+D,
mentre quello delle mucche
sarà: S' = A'+B'+C'+D'.
Il numero complessivo degli
animali sarà ovviamente:
S + S' = A+A'+B+B'+C+C'+D+D'.
Le relazioni illustrate
nell'enunciato del problema vanno, secondo Savarino, intese nel seguente modo:
A = (+)B
B = (+)D
D = (+)(A + X)
A' = (+)(B'+B)
B' = (+)(D'+S)
C' = (+)(A+X)
D' = (+)(C'+4X)
Le due condizioni
quadratiche rimangono, come detto, immutate.
Soluzioni razionali delle
prime tre equazioni del sistema di Savarino:
A = X
B = X
D = X
Da queste, tenuto conto che
243 = 35, 81 = 34, 729= 36 (e già tale
"armonia" ci fa ritenere di essere sulla strada giusta), ed
introducendo un parametro intero T, potremo scrivere tutte le soluzioni intere
del sistema costituito dalle dette prime 3 equazioni lineari.
A = 195T
B = 234T
X = 729T
D = 520T
Soluzioni razionali delle
successive quattro equazioni del sistema di Savarino:
A' = T
B' = T
C' = 286T
D = T
Da queste, facilmente,
procedendo come prima, introducendo un nuovo parametro intero U, e ponendo T =
600U, potremo scrivere tutte le soluzioni intere del sistema costituito dal
sistema complessivo delle 7 equazioni lineari:
A = 117000U
B = 140400U
C = 4X = 1749600U
D = 312000U
A' = 875553U
B' = 1360548U
C' = 171600U
D' = 704440U
Andando a discutere adesso
la I condizione quadratica imposta da Archimede, si trova:
A + B = (117000 + 140400)U =
257400U = X2 .
Poiché la decomposizione in
fattori primi di 257400 è:
257400 = (2)3*
(3)2*(5)2*11*13
per soddisfare tale
condizione basterà porre, introducendo un nuovo parametro intero V:
U = (2*11*13)V2 =
286V2 .
Insomma, ponendo V = 1,
Savarino propone per il problema in oggetto la seguente soluzione:
A = 33462000
B = 40154400
X = 125096400
(C = 4X = 500385600)
D = 89232000
(S = 663234000)
A' = 250408158
B' = 389116728
C' = 49077600
D' = 201469840
la quale ovviamente
soddisfa, per costruzione, la prima condizione quadratica imposta da Archimede:
A + B = 33462000 + 40154400
= 73616400 = (8580)2 .
Si può confrontare, per
curiosità, la precedente soluzione con l'analoga soluzione minima della
versione ortodossa del problema di Archimede che soddisfa ugualmente la I
condizione quadratica (si rimanda per essa all'articolo menzionato
nell'introduzione):
A = 10366482*4456749 =
46200808287018
B = 7460514*4456749 =
33249638308986
C = 4149387*4456749 =
18492776362863
D = 7358060*4456749 =
32793026546940
A' = 7206360*4456749 =
32116937723640
B' = 4893246*4456749 =
21807969217254
C' = 5439213*4456749 =
24241207098537
D' = 3515820*4456749 =
15669127269180
(la somma A+B coincide in
questo caso con il quadrato di 8913498).
Ciò premesso, con la
precedente soluzione di Savarino siamo purtroppo ben lontani da una che
soddisfi pure la seconda condizione quadratica, almeno così come la si
interpreta comunemente - ma non, come presto diremo, appunto il Savarino!
Infatti:
8(C+D) + 1 = 8(500385600 + 89232000) + 1 = 4716940801
non solo non è un quadrato,
ma neppure comprende fattori quadrati. Infatti la sua decomposizione in numeri
primi è:
4716940801 = 486433*9697
Savarino osserva che,
secondo la sua soluzione, gli animali sono sì in quantità considerevole, come
peraltro preannunciato dall'ideatore del quesito, ma ancora ragionevole, e
soprattutto compatibili con una condizione finora abbastanza trascurata da
tutti i commentatori, quella cioè riguardante la condizione che i buoi
potessero essere tutti contenuti nelle "vaste pianure della
Trinacria"
Il menzionato autore
acutamente specifica
al riguardo che:
"La superficie della
Sicilia è di 25.700 Kmq, equivalenti a 25.700.000.000 mq. Essendo le pianure
solo il 14% della superficie, esse misurano 3.598.000.000 mq. Considerando che
un bue occupa minimamente uno spazio di 2 mq, il numero totale dei buoi non può
superare 1.800.000.000 (un miliardo e ottocentomilioni, un numero di dieci
cifre)".
In effetti, avendo, come
oggi si sa, un problema del tipo in oggetto infinite soluzioni, ecco che
la condizione ulteriore imposta da Archimede ne limita il numero, precisandone
in qualche modo implicitamente la grandezza massima.
Savarino propone allora di
interpretare la seconda condizione quadratica nel seguente modo, distinguendo
tra un numero strettamente triangolare e una "figura triangolare",
come nel testo di Archimede:
"Leggendo attentamente
una traduzione
più letteraria trovata in rete, noto che il testo dice esattamente: i tori
biondi e i variopinti (bruni e screziati) insieme formavano un gruppo che
partendo da un elemento, si allargava progressivamente fino a
formare una figura triangolare, senza che fossero presenti o assenti tori di
altri colori. Per rendere il suo enigma più difficile da risolversi, Archimede
ha interposto alle due condizioni quadratiche quella delle pianure, poiché
immaginava che i suoi interlocutori (sia antichi che moderni!) avrebbero
erroneamente pensato che tale condizione imponesse la ricerca di un ulteriore
numero quadrato. Ma una figura quadrata richiede sicuramente un numero
quadrato, mentre una figura triangolare, senza specificare nemmeno se isoscele
o equilatera o altro, invece no. Si parla di un elemento che si allarga
progressivamente, e un elemento potrebbe essere anche inteso come una parte di
un intero. Considero allora intero la somma dei tori bruni + i tori screziati:
500.386.600 + 89.232.000 = 589.617.600, e suddivido il gruppo dei tori nel
seguente modo:
1 Elemento 98.269.600 * 1 = 98.269.600 +
2 Elementi 98.269.600 * 2 = 196.539.200 +
3 Elementi 98. 269.600 * 3 = 294.808.800
Totale
589.671.600".
Giudicherà il lettore della
presente nota quanto detta argomentazione sia condivisibile oppure no. Noi qui,
da matematici e per completezza, desideriamo anche sviluppare completamente
l'analisi di tale seconda condizione quadratica, anche se, come prevedibile,
otterremo numeri eccessivamente grandi, ovvero irrealistici per un problema che
si presenta in contesto concreto. Non così grandi però come quelli ottenuti
dall'interpretazione comune del problema. Vale a dire che, anche sotto tale
aspetto, la versione proposta da Savarino si rivela comunque degna di
considerazione.
Val forse la pena di sottolineare
esplicitamente, in chiusura di paragrafo, che il merito del Savarino non è
ovviamente quello di aver svolto dei semplici calcoli, bensì di aver intuito
che forse Archimede era stato volutamente oscuro nell'enunciazione del
problema, proprio perché riteneva che una sua interpretazione
"ragionevole" fosse una componente essenziale della relativa
soluzione numerica. Ecco allora qui di seguito il testo del problema (con
l'omissione delle due condizioni quadratiche) opportunamente interpretato
secondo Savarino. Siamo moderatamente persuasi che, se non è proprio questa la
lettura prevista da Archimede, tale lettura deve comunque essere ad essa
abbastanza prossima.
«In ogni mandria i tori
erano in quantità considerevole, distribuiti secondo i rapporti seguenti:
considera una prima mandria in cui ci sono tori bianchi eguali alla metà ed
alla terza parte dei i tori neri, più un certo numero di tori bruni; una
seconda mandria in cui ci sono tori neri, eguali alla quarta parte ed alla
quinta degli screziati, più un'uguale quantità di tori bruni come nel caso
precedente; una terza mandria in cui ci sono tori screziati, ritieni gli undici
ventesimi degli screziati uguali alla sesta e alla settima parte dei tori della
prima mandria, più una quantità di tori bruni pari alla somma di quelli che
sono compresi nella prima e nella seconda mandria. Le mucche invece erano
distribuite nei rapporti seguenti: le bianche erano eguali precisamente alla
terza e quarta parte di tutti gli animali neri; le nere alla quarta parte insieme
alla quinta della somma del numero delle screziate con il numero complessivo
dei tori; le screziate erano precisamente eguali alla quinta parte ed alla
sesta di tutti gli animali bruni; le brune poi vennero valutate eguali alla
metà della terza parte ed alla settima parte della prima mandria costituita dai
tori bianchi e da un certo numero di tori bruni».
Analisi della seconda
condizione quadratica a partire dalla soluzione di Savarino
Possiamo divertirci a
cercare tra i numeri del tipo:
C = 500385600V2
D = 89232000V2
quelli tali che:
8(C+D) + 1 = 8(500385600 +
89232000)V2 + 1 = 471694080V2 + 1
sia un quadrato.
Possiamo cioè discutere la
seguente equazione di Pell:
(P) 471694080V2 + 1 = X2
di cui si ricercano
ovviamente coppie di soluzioni V, X che siano intere (e positive).
Il coefficiente che appare
nell'equazione (P) si decompone al seguente modo in prodotto di numeri primi:
471694080 = (2)9*3*(5)2*11*13*859
sicché possiamo isolare la
parte quadratica (2)8*(5)2 = 6400 = (80)2 , e
scrivere:
471694080 = (80)2*2*3*11*13*859
= (80)2*737022
da cui:
(P) 737022(80V)2 +
1 = X2 ,
ovvero, ponendo Y = 80V,
andare a considerare, in luogo dell'equazione (P), la corrispondente equazione
di Pell ridotta:
(PR) 737022Y2 + 1 = X2
.
Cerchiamo adesso soluzioni
della (PR) che siano ovviamente multiple di 80.
Orbene, Y = 1 non è una
soluzione di (PR), ma Y = 2 sì, circostanza che interpretiamo come un ulteriore
segno che stiamo su una strada interessante!
737022*(2)2 + 1 =
2948089 = (1717)2 .
Come dire che della (PR) è
possibile determinare immediatamente una soluzione
fondamentale, data da:
e = 1717 + 2 .
Tutte le altre soluzioni
(X,Y) di (PR) (intendiamo sempre X, Y interi positivi) si ottengono elevando la
precedente e = X0+Y0 ad un esponente intero n. Ovvero esse saranno costituite
dalle coppie della successione (Xn,Yn), avendo posto: en = Xn+Yn .
Tra di esse vogliamo trovare
quella minima in cui la Y sia, come detto, un multiplo di 80. Non c'è
moltissimo da faticare, però, perché basta porre n = 24 per giungere alla mèta
desiderata (si confronti quanto precede con l'analisi della soluzione ortodossa
riportata nell'articolo menzionato nell'introduzione).
Ovvero:
e24 = X24+Y24 =
3615564389260434939264395590098808142902710568419416713901452076202679000952100806401
+
4211490975498365178029032800712153859236123259470725127481845894230304045470205680
dove:
4211490975498365178029032800712153859236123259470725127481845894230304045470205680
=
52643637193729564725362910008901923240451540743384064093523073677878800568377571*80
.
Insomma, in conclusione,
possiamo porre:
K =
52643637193729564725362910008901923240451540743384064093523073677878800568377571
ed ecco la "soluzione
di Savarino" del famoso problema dei buoi di Archimede la quale soddisfa
oltre la I equazione quadratica anche la II:
A = 33462000K2
B = 40154400K2
C = 500385600K2
D = 89232000K2
A' = 250408158K2
B' = 389116728K2
C' = 49077600K2
D' = 201469840K2
Risulta infatti:
8(500385600 + 89232000)K2
+ 1 =
13072305852888181905179279459929432845472936078905220567997810996594907903364692157095827412674988232354014757945178095800038061247546834235852756539592503549434482572801
=
(3615564389260434939264395590098808142902710568419416713901452076202679000952100806401)2
.
(Inutile forse sottolineare
che negli ultimi calcoli ci siamo giovati di uno strumento di calcolo
elettronico. Rimane quindi il legittimo dubbio espresso da Savarino che la
determinazione di siffatti "numeroni", che oltre tutto non
soddisferebbero sicuramente alla chiarissima condizione delle pianure
siciliane, fosse al di fuori della portata della matematica greca antica...)