PARTE I
GLI "ESPERTI" RICONOSCONO MAJORANA IN FOTOGRAFIE MANIFESTAMENTE
DIVERSE, E I GIORNALISTI SI CONFONDONO BELLAMENTE!
(Al centro il vero Ettore Majorana nel 1938*;
a sinistra il misterioso personaggio ritratto vicino ad
Adolf Eichmann all'arrivo in Argentina nel 1950;
a destra il Bini, italiano emigrato in Venezuela,
che diceva di essere Ettore Majorana, intorno al 1955.)
(All'occhiello della giacca della foto di Ettore Majorana si distingue
il distintivo dell'iscrizione al P.N.F.,
una scelta assolutamente spontanea, non imposta da nessun ... opportunismo,
come alcuni preferiscono
invece pensare. Se non proprio del 1938, la foto deve
essere in ogni caso piuttosto vicina al periodo della scomparsa,
perché fu utilizzata dalla famiglia di Ettore per un annuncio
di ricerca del congiunto scomparso.)
Abbiamo già espresso le nostre riserve sull'articolo
apparso sul quotidiano la Repubblica il 17 ottobre 2010, e su
quella che abbiamo chiamato
ipotesi Klingsor.
[Altre critiche, sebbene espresse da una diversa prospettiva
ideologica, si trovano in un'interessante
lettera di Francesco Guerra e Nadia Robotti del 15 novembre 2010,
indirizzata al Direttore di Il Nuovo Saggiatore (Bollettino della
Società Italiana di Fisica, Vol. 26, NN. 5-6, p. 103). In essa si
arriva perfino a proporre delle possibili identità per il personaggio
in cui si è preteso di identificare Ettore Majorana, riconoscimento
che anche a noi appare sinceramente assai dubbio.]
[Nota (10 agosto 2012): Un attento corrispondente
ci scrive: "Guardando la famosa foto con Eichmann ho notato un particolare
che mi sembra strano sia sfuggito ad altri: l'accompagnatore del tedesco,
spacciato per EM, ha il mento con una fossetta (la luce ne disegna chiaramente
il profilo), mentre il fisico aveva un mento regolare e liscio, come potrà
constatare dalla foto in allegato. Conclusione, non è lui..."
. Riportiamo la foto ricevuta qui di seguito.]
Stanchi di polemiche, non abbiamo invece scritto nulla in maniera pubblica
su un per certi versi analogo articolo (a firma Fiorenza Sarzanini) apparso
sul Corriere della Sera qualche mese dopo,
precisamente il 7 giugno 2011:
«È il volto di Majorana, 10 punti uguali»
Lo scienziato italiano è scomparso nel 1938 in modo misterioso
durante un viaggio: adesso i magistrati romani riaprono il fascicolo.
[Majorana non scomparve affatto "durante un vaggio", ma questo è
uno degli errori minori che saremo costretti a sottolineare.]
L'articolo doveva evidentemente proporre una pista ben diversa
da quella ... scandalosa proposta dal Prof. Giorgio Dragoni e dall'Avv.to
Arcangelo Papi, riprendendo la testimonianza di un emigrante italiano in
Venezuela, il quale negli anni intorno al 1955 vi aveva incontrato un
personaggio che si faceva chiamare Bini, ma lasciava credere in giro che
fosse proprio Ettore Majorana.
Tale testimonianza fu rilasciata verso la fine del 2008 alla
nota trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", e la cosa era rimasta lì,
ma a seguito della pubblicazione dell'articolo su la Repubblica
, che aveva suscitato ovviamente in molte persone (in primis
parenti e addetti ai lavori nel campo della Fisica e in particolare della
Storia della Fisica, soprattutto dopo la stucchevole agiografia costruita
sullo scienziato catanese*) un vero e proprio terrore che l'identificazione
proposta potesse far breccia nella mente del pubblico, assieme alle ovvie
conseguenze sulla ... reputazione di Majorana, ecco che la questione è
stata riproposta prima nel corso del menzionato programma televisivo,
e poi nelle pagine del quotidiano milanese (che non voleva evidentemente
essere da meno del concorrente romano quanto a ...scoop
sul caso Majorana).
[Un altro gentile e colto corrispondente fisico, che al solito non menzioniamo
per non coinvolgerlo in sgradevoli polemiche, ci ha recentemente fatto notare
che: "L'ipotesi che ci potesse essere molta esagerazione nel definire Majorana
un "genio" non mi aveva dapprima mai sfiorato la mente (ecco un tipico caso
in cui non ho avuto sufficiente protezione contro il lavaggio del cervello),
poi ho cominciato a nutrire molti dubbi. Debbo dire che ho trovato adesso
un'argomentazione parecchio significativa (anche se il non essere stato
notato nel 1933 può essere imputato alla particolare timidezza del
soggetto). In un Festschrift sul 60-simo compleanno di Heisenberg, F. Hund,
un po' più anziano di WH, ma suo collaboratore a Leipzig, tracciava
uno schizzo dei cosiddetti Goldene Jahre della QM in cui ovviamente rifulgeva
la stella del suo superiore e credo amico. Nel fare ciò egli operò
una carrellata sui giovani fisici che dal 1928 al 1935 si trovarono a spendere
qualche tempo alla scuola di Heisenberg, forse una ventina di nomi divenuti
poi più o meno star della fisica teorica. Ma, curioso, il buon Hund
non cita affatto Ettore Majorana, nemmeno una volta. Si deve allora concludere
che Ettore non avesse riscosso, quantomeno in Hund, alcuna simpatia e stima
scientifica. Sì, va bene, Hund non era un nucleare o, un particellaro,
come diremmo oggi, ma è curioso che un sì geniale giovane,
addirittura un Newton o un Galileo redivivo, secondo le famose parole di
Fermi (che mi sono sempre risuonate di circostanza), non fosse stato notato
e non avesse impressionato il circolo di quelli che nel 1934 stavano a Leipzig.
Non trova? Comunque, non c'è dubbio che Majorana abbia
fatto davvero poco in vita per essere accostato per esempio a un Newton:
basta solo sfogliare i "Principia Mathematica" per rendersi conto di quale
determinazione e costanza, per non dire di altro, siano state necessarie
per produrre una tale opera".]
Tali "rivelazioni", ancorché a distanza di qualche anno
dalla prima volta che furono rese pubbliche, hanno persino mosso la Procura
di Roma ad aprire un'indagine sul caso, prevedente addirittura trasferte
del pool degli investigatori in Sud America (e c'è da chiedersi:
per investigare a distanza di 70 anni su quale ipotesi di reato, visto che
della possibilità di un omicidio nessuno sembra voler parlare?).
La parte ridicola dell'intera faccenda consiste nella circostanza che,
secondo appunto la giornalista del Corriere della Sera, "
i carabinieri del Ris di Roma hanno infatti fornito «dieci coincidenze»"
tra l'immagine in oggetto e "quelle del fisico siciliano"
, e "soprattutto hanno verificato una «compatibilità»
tra l'uomo ritratto in quella istantanea e suo padre Fabio Massimo,
evidenziando «la trasmissione ereditaria»".
Abbiamo parlato di ridicolo perché è ovvio che l'intera faccenda
era stata montata a favore di una possibile identificazione Majorana-Bini,
e per far dimenticare invece l'eventuale contiguità Majorana-Eichmann,
quindi la nuova traccia doveva partire dalla foto venezuelana
del 1955 (sopra a destra) e non da quella argentina del 1950 (sopra a sinistra),
pur essa, è bene sottolinearlo, autenticata da "esperti"
sempre provenienti dalle stesse forze dell'ordine (informazione privata).
Orbene, si guardi per prima cosa il sopratitolo (occhiello)
del pezzo: "L'analisi dei carabinieri su uno scatto del 1955 in Argentina".
Ma la foto argentina è quella del 1950 che ritrae un presunto Majorana
alquanto scuro in volto insieme ad Eichmann, non è quella più
rassicurante del 1955, che ritrae un Bini-Majorana sorridente con l'emigrante
italiano. Il clamoroso equivoco è ribadito più avanti nell'articolo
in esame. Una didascalia illustrante una foto pubblicata sul quotidiano
(e riportata qui di seguito) recita: "due immagini del giovane Majorana
con al centro una foto del 1950 scattata in Germania".
Ma il misterioso personaggio che si trova nella foto è quello ripreso
vicino ad Eichmann nel 1950, una foto che peraltro, ripetiamo, non è
stata affatto scattata in Germania, bensì all'arrivo di Eichmann
in Argentina. La foto, che non c'entra niente con il resto dell'articolo,
ed il cui inserimento serve solo a trasferire la confusione dalla giornalista
ai lettori, è stata scopiazzata evidentemente da la Repubblica
, si veda qui di seguito una foto che illustrava il preteso (imprudente,
e c'è da stupirsene) scoop di quel quotidiano, assolutamente
identiche:
Quella che bisognava mettere a confronto con le foto di Ettore era la
foto del venezuelano Bini (che nell'articolo del Corriere della
Sera non c'è proprio), ed infatti la didascalia prosegue:
"Ma la svolta all'inchiesta è stata data da una
seconda foto, scattata in Argentina nel 1955: secondo il Ris in questa
seconda immagine ci sarebbero «10 coincidenze» tra il
volto del fisico italiano e quello del padre". Bene, trascurando il
particolare che la foto di cui trattasi fu scattata in Venezuela,
e non in Argentina, perché se i nuovi esperti chiamati
all'opera avessero identificato il fisico catanese
con il misterioso personaggio al centro delle due fotografie sopra riportate,
allora sarebbe stato davvero un bello smacco per gli ... ispiratori della
nuova pista!
Appare una volta di più manifesto allo scrivente che
il lavoro svolto oggi dai "giornalisti" è troppo spesso superficiale
e frettoloso, e poi diciamo ... divertente che gli argomenti
usati da cosiddetti "esperti" per giustificare identificazioni
palesemente incompatibili (perché lo pseudo-Majorana della
foto del 1950 non può certo essere il Bini della foto del 1955,
troppo pochi gli anni di differenza per giustificare tante dissomiglianze
evidenti anche ai non esperti), appaiono sempre gli stessi, con le inevitabili
conseguenze negative sulla "fiducia" che si dovrebbe viceversa nutrire
nei confronti dei protagonisti di delicati lavori investigativi.
[Faccio notare un dettaglio: si sa di una lunga cicatrice sul dorso della
mano destra del fisico scomparso, conseguenza di un incidente d'auto, ma
non sembra che l'amico venezuelano del Bini abbia mai fatto cenno a tale
particolare, eppure in Venezuela non si sta certo di solito con maglioni
o camicie con le maniche lunghe.]
In conclusione, ripetiamo di non poter celare il nostro "sospetto"
che si sia voluto, da parte di persone interessate, scongiurare la possibilità
che il grosso pubblico ritenesse fondata l'associazione Majorana-Eichmann,
e quindi l'ipotesi che Majorana fosse non solo un semplice "simpatizzante"
delle cause nazionalistiche europee (circostanza che ci pare accertata),
ma addirittura un "collaborazionista" ai più alti livelli. Se tale
pista fosse confermata (ma, ovviamente, sembra che nessuno si stia muovendo
in maniera ufficiale per verificarla, o per smentirla, come invece pare avvenga
per l'altra), ci si figuri l'imbarazzo di chi ha dedicato a Majorana scuole,
strade, centri di ricerca, etc..L'articolo sul
Corriere della Sera ha ripreso la storia in maniera assolutamente confusionaria,
provocando quindi un effetto contrario a quello desiderato dagli ipotizzati
... insabbiatori, i quali avrebbero fatto meglio a contrapporre all'ipotesi
di Dragoni e Papi la semplice confutazione "logica" che abbiamo esposto nella
nostra critica sopra citata (va da sé, la storia può poi riservare
sempre sorprese, e la verità smentire la logica: sinceramente, e lo
ammettiamo sapendo che non saremo graditi a tanti ... "benpensanti", non
ci dispiacerebbe che Ettore Majorana non sia deceduto in quel mese di marzo
del 1938, e sia riuscito ad andare a fare quello che desiderava in Germania,
e sia poi riuscito pure a riparare in Sud America a guerra conclusa, ma lo
riteniamo ahinoi poco probabile).
[Tanto per offrire qualche ulteriore esempio di reazioni scandalizzate,
oltre a quella citata di Guerra-Robotti, menzioniamo un'intervista al maggiore
biografo di Ettore Majorana, Erasmo Recami:
http://www.rinodistefano.com/it/articoli/intervista-recami.php
E poi un commento del figlio del secondo fratello di Ettore (Luciano),
Ettore Majorana junior:
http://www.ego-gw.it/public/hletter/doc/h_17_JANUARY2011.pdf
]
PARTE II
UN RIEPILOGO DELLE DIVERSE PIU' PROBABILI SOLUZIONI DEL MISTERO,
CHE NE COMPRENDE UNA NUOVA DAI RISVOLTI UN PO' FANTASCIENTIFICI
In questa seconda parte delle nostre nuove riflessioni dedicate al
caso Majorana, vogliamo fare il punto della situazione tenendo conto di
tutte le ultime "novità".
Premettiamo che, dal momento che non è possibile costruire altro
che ipotesi, è necessario almeno rispettare l'esigenza che
esse siano capaci di offrire una spiegazione logica decente ai vari punti
fermi accertati. Tanto per dire, l'ipotesi del suicidio non è capace
di spiegare un sacco di particolari, per esempio né l'improvviso
viaggio a Palermo, né perché Ettore abbia portato con
sé soldi e passaporto, né soprattutto le lettere di smentita
dal capoluogo siciliano e la circostanza che il corpo non sia stato ritrovato
(la ... storiella messa in giro, che Ettore con il suo genio se avesse
voluto sarebbe stato in grado di suicidarsi senza far ritrovare il corpo,
è appunto solo una storiella, tanto più secondo noi
sospetta in quanto viene fuori da una delle persone a priori maggiormente
coinvolte nel caso). Allo stesso modo, non è capace di spiegare
diversi dei nominati particolari l'ipotesi di una fuga in qualche
parte del mondo per ragioni esclusivamente private (un progetto
che dovrebbe essere allora lungamente meditato, mentre le ultime azioni
di Majorana a noi note ci sono sempre sembrate ispirate a fretta ed improvvisazione)
, fossero quella di volersi rifare una vita altrove lontano da una famiglia
ingombrante, oppure di volersi nascondere a tutto il suo ambiente a causa
di qualche "vergogna" che si sentiva lo scrupolo di tener celata (un'ipotesi
questa che continua a godere di un certo credito presso taluni appassionati
del mistero in oggetto).
[Tanto per fare un esempio, Erasmo Recami, che privilegia l'ipotesi
di una fuga privata, sembra arrampicarsi sugli specchi quando cerca di
spiegare i vari ripensamenti di Ettore: "Ettore, così, se ne va.
[...] Durante quella notte in nave, tra Napoli e Palermo, la sua mente
e il suo cuore non hanno riposo [...] La polizia, i colleghi, gli amici
lo credevano morto, e non lo cercheranno: proprio come lui voleva; [...]
ma ancora una volta pensa: ma la famiglia? la madre? intenderanno, invece,
i familiari che lui ha lasciato loro una speranza? [...] Ma non riceveranno
i familiari un dolore troppo acerbo? I dubbi di sempre riprendono il sopravvento;
[...] E appena sbarcato a Napoli invia il telegramma urgente che conosciamo;
[...] Forse per un poco pensa davvero di rinunciare - facendo sacrificio
di sé - al suo progetto; e di tornare. [...] Ma oramai, col prendere
la risoluzione che aveva preso la settimana passata, aveva già operato
il taglio più difficile. [...] e può quindi proseguire col
suo programma di fuga dal vecchio mondo, di rinuncia al suo antico nome"
(Il caso Majorana - epistolario, documenti, testimonianze, Di Renzo
Editore, Roma, 2000, pp. 96-97).]
L'ipotesi dell'omicidio, invece, spiega tutto senza difficoltà,
compreso il nuovo particolare che ci sembra dovrebbe essere ormai universalmente
accettato (si veda per esempio
"Un nuovo indizio nel 'caso Majorana'", in questa stessa sezione N.
23 del Forum di Episteme, dove si illustra un'importante scoperta del Dott.
Guido Abate): Ettore Majorana era spiato, un agente di
Sua Maestà Britannica (Charles Price, alias Zedick "Il
Giusto", successivamente responsabile dell' intelligence britannica
in Italia durante la guerra) lo segue probabilmente da Napoli a Palermo,
e poi nel viaggio di ritorno da Palermo a Napoli. Ettore potrebbe essersi
accorto di tale sgradito interesse nei suoi confronti, e questa consapevolezza
essere all'origine delle sue ultime mosse a noi note, compreso un
viaggio a Palermo per andare a parlare di persona della situazione con Emilio
Segrè. Ripetiamo, c'è tutto, incluso un movente adeguato per
la definitiva soppressione di uno scienziato scomodo e geniale, che aveva
la colpa però di militare in campo avverso, e scommetteremmo con il
senno di poi che indagini adeguate avrebbero potuto far luce sugli autentici
retroscena del caso. Per esempio, grazie ad un controllo delle telefonate
effettuate in quei fatidici giorni da parte di certe persone, tra Napoli
e Roma, e tra Palermo e Roma. Il fatto che tale ipotesi non goda di
particolare considerazione presso gli studiosi del caso non ci sconvolge,
dal momento che ovvie ragioni di schieramento politico rendono difficile
oggi esternare certi pensieri, e le persone che sarebbero coinvolte appartengono
ormai al regno dell'empireo mediatico, e quindi del tabù.
Ma tutto questo l'abbiamo già accennato diverse volte, e troviamo
molto di giusto nel motto intelligenti pauca. Se siamo ritornati
su possibili soluzioni ipotetiche della vicenda è solo perché
un nostro amico fisico, persona dotata di acuto intelletto e notevole cultura
storica (che ancora una volta non menzioniamo esplicitamente per non coinvolgerlo
in un gioco intellettuale che può creare gravi antipatie e difficoltà
nell'ambiente di lavoro), ci ha fatto presente una possibile variante della
soluzione di cui sopra, che ci è parsa alquanto interessante perché
capace di spiegare lo stesso nostro tutto e perfino ... qualcosa di più.
Ettore Majorana sa dunque di essere spiato; sa che alcuni suoi vecchi
colleghi stanno pensando di portare le loro competenze in campo nemico
allo scopo di creare un ordigno nucleare, di cui lui come gli altri
immagina bene la reale possibilità di costruzione; sa di non
avere le stesse opinioni politiche di tali persone, e che viene quindi
per questo da esse temuto e sorvegliato. Progetta allora un piano di fuga
simulandolo con un suicidio, va a Palermo per tentare un'ultima spiegazione,
poi apparentemente rassicuratosi cambia idea, ma viene eliminato probabilmente
dopo essere tornato a Napoli. Questo è ciò che abbiamo pensato,
ma il nostro amico ci dice: e se invece Majorana avesse voluto farsi beffe
delle persone che sapeva all'origine delle sgradite attenzioni di cui si
era accorto? Parte all'improvviso per Palermo, e manda notizie a Carrelli
che non è affatto un suo "amico" come molti scrivono (si conoscevano
da poco, e tanta attenzione nei confronti di un nuovo collega, anzi di un
superiore, appare del tutto singolare nel caso di un autentico progetto di
suicidio o di fuga, incompatibile con tante logorroiche esternazioni), ma
sa bene che quello che scrive a Carrelli verrà subito riferito altrove.
Poi cerca Segrè, che sarà stato anch'egli sorpreso di conoscere
i movimenti di Ettore in quei giorni, immaginiamoci le telefonate intercorse
tra Napoli e Roma, e tra Palermo e Roma, quel sabato mattina, per non dire
dell'imbarazzo del pedinatore Charles Price che non immaginava sicuramente
tali sconcertanti imprevisti movimenti dello scienziato che teneva d'occhio.
Ma Majorana continua a scherzare con i suoi interlocutori, e dopo aver annunciato
certi propositi il venerdì, li smentisce il sabato, lasciando tutti
interdetti ed incerti sulle sue reali intenzioni. Fa rientro a Napoli, e
lì mette in atto il suo progetto iniziale, quello di scomparire dopo
i fuochi d'artificio da lui messi in atto. Insomma, si fa beffe degli inseguitori,
e scompare nel nulla. Nessun omicidio, ancorché tutta la ricostruzione
da noi effettuata fino ad un certo punto sia fondata, del resto bisogna ammettere
che una cosa è spiare uno scienziato italiano nei primi mesi del 1938,
un'altra è farlo fuori. Majorana dunque infine se ne va, lasciando
tutti con un palmo di naso, e tutti ugualmente ignoranti della sua reale sorte.
Ed ecco il particolare in più che così si spiegherebbe: Ettore
lascia in maniera del tutto premeditata la famosa cartelletta alla studentessa
Gilda Senatore, immaginando che essa sarebbe finita presto nelle mani di
chi era interessato alle sue ricerche, e proprio perché sapeva che
qualcuno era interessato ad esse, e lì lascia qualcosa che possa ...
accontentare certe curiosità (scommetteremmo che in futuro si ritroverà
qualche appunto significativo contenuto nella cartelletta in luoghi in cui
... non dovrebbe essere, anzi per la verità corre voce che qualche
simile ritrovamento sia già avvenuto, ma si sia stabilito di non darne
notizia per ovvi motivi). Ciò che Ettore non aveva previsto è
che Gilda Senatore si ammala, e tale parte del suo piano non andrà
ad effetto che dopo diverso tempo.
Abbiamo detto che Ettore se ne va, ma dove se ne va? A questo punto potrebbe
anche essersi recato in Germania per collaborare segretamente
ai progetti scientifico-militari del III Reich, ed ecco che tornerebbe in
gioco l'ipotesi Klingsor; oppure avere davvero abbandonato l'Italia per ricostruirsi
una vita del tutto differente in una parte lontana del mondo (per esempio
l'ipotesi argentina di Recami); oppure ... potrebbe essersi ritirato in
un convento da dove qualche anno dopo avrebbe perfino dato nuovamente cenni
di sé.
Con le ultime parole abbiamo fatto riferimento ad un'altra pista, quella
illustrata dal giornalista Rino Di Stefano
in un articolo apparso su Il Giornale il 26 settembre 2010,
che ha suscitato ovviamente minor clamore dei due sballatissimi di cui abbiamo
detto sopra, apparsi però su quotidiani più autorevoli:
TRA RICERCA E FANTASCIENZA
«Così l’Italia lavorò al raggio
che crea energia dal nulla»
Alcuni documenti provano gli esperimenti fatti dallo scienziato
Clementel
negli anni 70. Ma ora nessuno può vedere il prodotto di
quegli studi.
[E' interessante nel presente contesto osservare che pure Di Stefano
riserva all'articolo apparso sul Corriere della Sera
parecchie delle critiche che abbiamo esposto nella prima parte del nostro
pezzo ("un articolo pubblicato martedì 7 giugno 2011, a firma di Fiorenza
Sarzanini, riporta tanto la notizia televisiva, quanto quella pubblicata da
"Repubblica", in un cocktail di difficile interpretazione [...] Intendiamoci,
gli errori li facciamo tutti. E mi guardo bene dal gettare la croce su un
collega"), in uno scritto che appare interessante anche in diversi
altri punti:
http://www.rinodistefano.com/it/articoli/majorana-annunci-e-ipotesi.php
]
In verità, nell'articolo menzionato non si fa nessun riferimento
ad Ettore Majorana, ma soltanto ad un certo Rolando Pelizza, che appare presto
però il perno della connessione con il fisico catanese. Ancora nel
sito di Di Stefano si trova infatti un altro articolo (del 27 giugno 2011),
nel quale si fa finalmente il nome di Ettore come presunto ispiratore del
Pelizza:
IL RITORNO DI MAJORANA
Dopo 73 anni la Procura di Roma riapre l’inchiesta sulla
scomparsa del grande scienziato siciliano:
quale misterioso evento ha motivato le nuove indagini?
L'enigma dell'energia da positroni e gli interrogativi sul caso
Pelizza.
Nel "Dito di Dio", un libro di prossima pubblicazione, si legge che Majorana
nel 1938
si sarebbe rifugiato in un convento della Campania dove negli
anni settanta
avrebbe progettato la macchina in grado di annichilire la materia,
senza provocare radiazioni.
[Peccato che il libro di cui si parla non appaia ancora disponibile,
ad oltre un anno dall'annuncio della sua prossima pubblicazione.]
Lasciamo ai nostri interlocutori il piacere di leggere e giudicare
da sè, qui ci limitiamo a riportare uno dei passi decisivi per i
nostri interessi:
"Nel libro, Pelizza afferma che nel 1958, durante un suo soggiorno
di lavoro nel Meridione, venne condotto per caso all'interno di un convento
e qui conobbe un frate che tutti chiamavano "il professore". Secondo il
suo racconto, questo "professore" lo prese a ben volere e, poco per volta,
gli avrebbe insegnato i criteri di una nuova fisica, fino ad oggi sconosciuta.
Solo dopo un po', il frate "professore" avrebbe confessato di essere
Ettore Majorana. Non solo: al suo allievo, avrebbe anche insegnato come
costruire una macchina che produrrebbe positroni dal vuoto assoluto".
La storia (della quale si è occupata anche
una trasmissione televisiva appena lo scorso 21 giugno; peccato che,
per quel poco che ci è capitato di vedere, si tratti di un programma
che è in genere difficile prendere sul serio) non finisce qui, dal
momento che il primo degli articoli di Di Stefano dianzi menzionati (si
noti che nel relativo link appare un numero 2) ha una sorta di prequel
nel seguente:
UN GIALLO SOSPESO TRA STORIA, SCIENZA E POLITICA
Il mistero dell'energia gratuita che ci tengono nascosta.
Marconi ideò un raggio che ferrmava i mezzi a motore. Mussolini
lo voleva, il Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche altri scienziati
crearono l'alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l'invenzione stava
per essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato .
E così gli attori del nuovo scenario della nostra storia
sono stati nominati tutti, da Guglielmo Marconi (che rammentiamo morì
il 20 luglio 1937) ad Ettore Majorana, passando allora naturalmente attraverso
lo zio di Ettore, il noto fisico Quirino Majorana, che di Marconi fu valido
collaboratore.
Inutile dire che l'intero nuovo approccio è stata bollato come
"giornalismo spazzatura"
nel blog di Paolo Attivissimo, il noto "cacciatore di bufale", ma
a volte sembra anche un po' ... disinformatore per partito preso (per esempio,
viene mossa con grande rilievo la seguente obiezione a Di Stefano: "
C'è poi un dettaglio intrigante, segnalato dai commenti qui sotto:
Marconi morì nel 1937, ma Pio XII divenne papa nel marzo del 1939.
Come avrebbe fatto Marconi, da morto, a confidarsi con lui?", ma si tratta
di un banale misprint, il Papa di cui si intendeva parlare era Pio
XI, Papa Ratti, il predecessore di Pio XII, Papa Pacelli). Certo, il coinvolgimento
di Ettore Majorana appare assai fragile dal punto di vista documentario,
oltre che piuttosto improbabile nella sostanza (dopo tanta fatica per farsi
dimenticare dal mondo, si mette a fare rivelazioni a un personaggio quale
il Pelizza?), comunque la vicenda narrata da Di Stefano non si può
liquidare con un'alzata di spalle: dietro a certo fumo c'è sicuramente
del fuoco, si tratta di determinarne per bene i contorni...
UB, prima versione: 4 agosto 2012