RECENTISSIMI SVILUPPI
ARRIVA ANCHE UNA ... "VERITA' GIUDIZIARIA":
MA STABILISCE DAVVERO UN NUOVO "PUNTO FERMO"?
(A sinistra Ettore Majorana, a destra il fantomatico Bini)
Il mondo della majoranologia è stato sconvolto dall'arrivo di
una ... verità giudiziaria, abbondantemente divulgata in questi
giorni da stampa e televisione. L'inchiesta della Procura di Roma, a cui
abbiamo accennato in Nuove
informazioni e riflessioni sulla scomparsa di Ettore Majorana,
è stata infatti chiusa, dopo quasi esattamente 4 anni dalla per
noi inspiegabile apertura (avvenuta peraltro il 1° aprile del 2011,
pare: un ... segno del destino?).
Citiamo per esempio dal sito:
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_febbraio_04/
La Procura: Ettore Majorana vivo in Venezuela fra il 1955 e il 1959.
L'indagine ha accertato che lo scienziato catanese, sparito nel nulla
nel 1938, era a Valencia, nel Paese sudamericano.
La conferma in una foto e una cartolina.
Insomma, la Procura di Roma avrebbe confermato il racconto dell'emigrante
italiano Francesco Fasani (ormai deceduto) alla trasmissione "Chi l'ha
visto?" (15 febbraio 2008), e quindi la "pista Bini". Nel decreto di archiviazione
del caso (almeno tale archiviazione condivisibile), si legge in conclusione:
«Tanto premesso è da ritenersi che sono stati acquisiti elementi
per poter escludere la sussistenza di condotte delittuose o autolesive
contro la vita o contro la libertà di determinazione e movimento
di Ettore Majorana, dovendosi concludere che il predetto si sia trasferito
volontariamente all'estero permanendo in Venezuela almeno nel periodo tra
il '55 e il '59».
Ricordiamo succintamente i fatti. Fasani, un meccanico emigrato in Venezuela,
avrebbe conosciuto nel 1955 a Valencia per motivi di lavoro una persona
che si faceva chiamare Bini. Un esponente di spicco della comunità
italiana locale, un non meglio identificato signor Carlo, gli confidò
successivamente che il Bini era il famoso fisico scomparso Ettore Majorana.
Ancora nel menzionato decreto, si legge che il Fasani «ebbe a descrivere
Bini-Maiorana come un uomo di mezza età, con cui non entrò
mai in intimità stante una esasperata riservatezza, continuandolo
a chiamarlo sempre 'signor Bini' e senza mai apprenderne il nome di battesimo,
frequentazione caratterizzata dal fatto che Fasani lo accompagnava spesso
nell'autovettura in possesso di Bini, una StudeBaker [sic]
di colore giallo».
Su quali elementi si fonda il convincimento degli inquirenti romani che
Bini ed Ettore Majorana fossero la medesima persona? Da quanto si è
potuto comprendere dalle notizie offerte al pubblico, essi sarebbero i seguenti
tre:
1 - Una foto del Bini scattata in Venezuela nel 1955 dal Fasani (vedi
ad inizio pagina), nonostante la resistenza del soggetto a lasciarsi ritrarre,
foto che, dalle analisi effettuate dai carabinieri dei RIS di Roma (RIS =
Reparti Investigazioni Scientifiche), è "risultata compatibile, in
almeno dieci punti, con i tratti somatici del fisico catanese. Inoltre, l'uomo
ritratto avrebbe avuto una forte somiglianza con il padre di Majorana, Fabio
Massimo".
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/04/ettore-majorana-vivo-residente-in-venezuela-negli-anni-50/1396809/
[Addirittura, secondo la Procura, «i risultati ottenuti dalla comparazione
hanno portato alla perfetta sovrapponibilità delle immagini di Fabio
Majorana e di Bini-Majorana, addirittura nei singoli particolari anatomici
quali la fronte, il naso, gli zigomi, il mento e le orecchie, queste ultime
anche nella inclinazione rispetto al cranio».]
2 - La corrispondenza tra la descrizione effettuata dal Fasani del carattere
del presunto Majorana con la sindrome di Asperger ipotizzata nel libro
di Stefano Roncoroni (vedi: A proposito
di un libro di Stefano Roncoroni "Ettore Majorana, lo scomparso" Una "soluzione"
che non convince...). "Preziose anche le dichiarazioni di
Fasani sull'asocialità, ai limiti della sindrome di Asperger, di
Majorana-Bini. Proprio come lo descrive il parente, per parte materna,
Stefano Roncoroni, nonostante non creda alla fuga in Sudamerica".
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/mai-dire-majorana-fisico-era-vivo-17-anni-dopo-scomparsa-come-93945.htm
3 - A conferma della veridicità della storia raccontatagli, il
Fasani avrebbe trovato nella macchina del Bini una cartolina scritta il 24
settembre 1920 da Quirino Majorana, il noto zio di Ettore anch'esso valente
fisico, ad un collega americano, tal William G. Conklin*. Fasani avrebbe
preso la cartolina e l'avrebbe conservata. Finita poi nelle mani del fratello,
Claudio Fasani, una fotocopia di essa sarebbe infine arrivata agli inquirenti
romani. Nella loro opinione: «Il reperimento di siffatta missiva
nell'auto di Bini conferma la vera identità di costui come Ettore
Majorana, stante il rapporto di parentela con lo zio Quirino, la medesima
attività di docenti di fisica e il frequente rapporto epistolare già
intrattenuto tra gli stessi, avente spesso contenuto scientifico».
[* "In tale missiva Quirino Majorana comunicava l'andamento delle esperienze
di laboratorio volte alla individuazione della natura della forza di gravità,
facendo riferimento a `suggerimenti´ che Conklin gli aveva esposto
in precedenza".
http://www.lastampa.it/2015/02/04/italia/cronache/ettore-majorana-vivo-tra-il-e-il-si-trovava-in-venezuela-TnF9NXYkBTsnYdcqWVWv7K/pagina.html
Di codesto Conklin si è ormai persa la memoria (anche perché,
come lo zio Quirino, indulgeva in opinioni al di fuori del main stream
- ovvero, criticavano entrambi la fisica einsteiniana, un peccato mortale
che sarebbe stato sempre più grave con il passare degli anni). Si
trova in rete soltanto l'indicazione che fu autore di un articolo di una
trentina di pagine in cui si difendeva la teoria dell'etere:
"The aethro-kinetic pressure-ray theory of the origin of force", 1918
consultabile in:
http://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=wu.89052260437;view=1up;seq=36
Sottolineiamo che si tratta di un opuscolo autoprodotto e distribuito
dallo stesso autore, manifestamente al di fuori dalla possibilità
di pubblicazione su qualche autorevole rivista internazionale: "Trial edition
published and distributed by the Author at Lawrence, Mich.", il dettaglio
rivestirà presto una sua relativa importanza.]
Ciò premesso, veniamo ad analizzare le dette "prove" una ad una,
cominciando dalla foto che di una siffatta indagine dovrebbe naturalmente
essere il punto di partenza. Con il dovuto rispetto per il lavoro degli "esperti",
dobbiamo dire in tutta sincerità che a noi non sarebbe venuta in
mente nessuna somiglianza, e siamo lieti di aver trovato numerosi interlocutori
che condividono tale opinione. Preferendo lasciar parlare altri, ne selezioniamo
tre, tra corrispondenti personali (stiamo parlando di persone che conoscono
bene il caso) e commenti lasciati in rete.
"Come dato di fatto, il presunto Bini non somiglia né a Ettore,
né al padre, nemmeno lontanamente. Mi sconcerta che da parte di
'esperti' possa essere stata fatta tale comparazione".
"Ovviamente, però, a parte tutto il resto, c'è il fatto
che quella benedetta foto non c'entra niente con Majorana... in maniera del
tutto evidente!"
Rosanna Favero
A parte il fatto che non vedo alcuna somiglianza tra il Sig. Bini in
Venezuela e il povero Majorana ...
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/02/05/giallo-majorana-testimone-era-clochard-a-roma_814bf27d-e893-413c-a813-6939079466db.html
e si potrebbe continuare...
Per concludere su tale punto, non dimentichiamo peraltro che esperti
della medesima "famiglia", al tempo consultati dai sostenitori dell'identificazione
di Ettore Majorana nella foto dello scoop del 2010 del quotidiano la
Repubblica (vedi: Ancora
sul caso Majorana, ovvero ... una bufala di Repubblica, con una
confutazione generale a priori dell'«ipotesi Klingsor»),
lo avevano riconosciuto pure lì! In effetti le due piste, Ipotesi
Klingsor e Venezuela, possono convergere in una sola, anche perché
il Fasani ha raccontato che il Sig. Bini era stato precedentemente in Argentina:
però anche un inesperto totale deve convenire che nelle due foto
non può in ogni caso essere raffigurata la stessa persona, a distanza
di soli 5 anni tra i due scatti, 1955 quello di cui ci stiamo presentemente
occupando e 1950 l'altro...
Sul secondo punto sarebbe preferibile sorvolare del tutto. Una "diagnosi"
effettuata da un meccanico comparata con quella, postuma e dubbia, ipotizzata
da uno scrittore? Nel resoconto dianzi citato offerto dal quotidiano La
Stampa, si riporta che secondo il Fasani il presunto Majorana: "era
solito evitare frequentazioni assidue e che non gradiva contatti con immigrati
italiani, avrebbe anche convissuto con una donna (mai vista né conosciuta
da Fasani) a San Raphael, paesino che si trovava sulla strada che collegava
la città di Valencia a quella di Maracai, a sud del lago Valencia.
Nel periodo di questa frequentazione, Fasani si dedicava a ripulire l'auto
di Majorana e a tenergliela in ordine perché spesso era «ingombra
di appunti e di carte», aggiungendo agli inquirenti che Bini-Majorana
«rifiutava di farsi fotografare» tranne in un caso etc." (appunto
il caso della foto al centro della presente questione). [Valencia è
la terza città del Venezuela, capitale dello stato di Carabobo,
nel nord dello stato sudamericano, ad ovest di Caracas.]
Passiamo adesso alla storia della cartolina, che di tutta questa vicenda
sembra in effetti il particolare maggiormente degno di attenzione, in quanto
in essa almeno una diretta connessione con i Majorana esiste. Lascia però
più interrogativi aperti di quanti non ne chiuda, secondo la semplicistica
conclusione degli inquirenti. La cartolina fu scritta dallo zio Quirino
quando Ettore aveva 14 anni, inviata oltre Atlantico ad un fisico eterodosso,
che sempre più sarebbe stato considerato tale negli anni successivi:
come sarebbe finita prima nelle mani di Ettore, e poi nella macchina di
Bini-Majorana negli anni '50? (non dimentichiamo che stiamo parlando di
17 anni dopo la scomparsa di Ettore, e di 35 dopo la redazione della cartolina).
Ettore se la sarebbe fatta dare dallo stesso Conklin, oppure dallo zio,
al quale Conklin l'avrebbe rimandata? E per quale motivo? (viene alla mente
soltanto la volontà di conservarla per avere in tal modo l'indirizzo
del destinatario, ma non crediamo che lo scienziato oggetto della nostra
attenzione, a differenza dallo zio "fisico alternativo", abbia mai avuto
propensioni nei confronti della teoria dell'etere). Ma soprattutto, se la
sarebbe portata dietro per tutti quegli anni, prima in Argentina e poi in
Venezuela? (anni che, non dimentichiamolo, comprendono l'intero periodo della
II guerra mondiale, certamente anni difficili qualora Ettore si fosse allora
ancora trovato in Europa).
Il caso non offre però incongruenze unicamente al comportamento
eventuale di Majorana. Ci si può infatti domandare parimenti: perché
il Fasani ne sarebbe rimasto colpito al punto di prenderla (rubarla) e tenerla
con sé? (il caso Majorana non era ancora arrivato al grosso pubblico
attraverso le divulgazioni televisive, e numerose persone ancora oggi non
hanno mai sentito parlare della vicenda scientifica e personale dello scienziato
catanese). E perché poi il fratello del Fasani l'avrebbe conservata
con quasi reverente religiosa ossessione? Un ricordo del fratello? Non
ne avrebbe potuto trovare di migliori?
Per finire, cosa si può pensare di tutta questa storia, fermo
restando il fatto che la certezza sfoggiata dalla Procura romana appare
del tutto ingiustificata, a fronte della fragile e scarsa evidenza
raccolta? (un conto è dichiarare: "potrebbe essere", "non si può
escludere", etc., ben altro affermare decisamente che Bini e Majorana fossero
la stessa persona).
Che il Fasani fosse un millantatore (per ragioni sconosciute, ma se ne
potrebbero immaginare facilmente alcune), imbattutosi casualmente in detta
cartolina in un mercatino delle pulci dove è facile trovarne usate?
Il cognome illustre del mittente gli avrebbe suggerito la possibilità
di un imbroglio, attraverso l'idea di esibirla per avvalorare il suo racconto.
Che il Bini fosse lui invece ad essere un millantatore, lasciando credere
lì in Venezuela di essere lo scomparso Majorana? (in Venezuela viveva
in maniera alquanto riservata verosimilmente allo scopo di nascondersi
nella maniera migliore possibile). In effetti, come avrebbe potuto il misterioso
Sig. Carlo* essere al corrente di tale circostanza, se non attraverso una
confidenza (presumibilmente interessata) ricevuta dal Bini stesso? (allo
scopo sia di guadagnarsi qualche forma di rispetto nella comunità
in cui viveva, sia di allontanare eventuali sospetti sulla sua autentica
identità). Perché del resto il vero Majorana avrebbe dovuto
lasciarsi andare ad un tale momento di sincerità, se aveva fino allora
fatto di tutto per rimanere celato? Non poteva essere sicuro che il Sig.
Carlo non avrebbe rivelato la confessione ad altri, come in effetti fece
con il Fasani e con chissà quante persone, non a caso la saggezza
popolare parla di un "segreto di Pulcinella". Un segreto che non sarebbe
nemmeno rimasto confinato al lontano Sudamerica, dal momento che della foto
al centro della vicenda si dice che fu spedita dal Fasani: "ai suoi parenti
italiani come cartolina di saluto con dietro l'indicazione Bini-Maiorana
e la data 12 giugno 1955 Valencia, Venezuela" (ancora secondo quanto riferito
dal
quotidiano La Stampa). In tale seconda ipotesi, a nostro parere
più credibile, sarebbe stato il "Bini" stesso ad aver trovato in
qualche modo la cartolina (aveva forse soggiornato in precedenza negli Stati
Uniti?), e ad averla esibita per avvalorare il falso racconto della sua
doppia identità.
[* L'invidiabile memoria del Fasani evidentemente si arrende di fronte
alla difficoltà di ricordarne il cognome, pur essendo quegli un
personaggio autorevole nella comunità italiana di Valencia: forse
perché temeva che sarebbe stato possibile un riscontro, sebbene
a distanza di oltre mezzo secolo? In verità, un riscontro in caso
più paventato che reale, dal momento che gli inquirenti non sembrano
riusciti a trovare nulla in Venezuela che facesse da supporto alle loro
conclusioni (si lamentano esplicitamente dell'«inerzia
degli organi diplomatici venezuelani richiesti di notizie, seppure fuori
dall'ambito di rogatoria giudiziaria», ancora
da La Stampa), laddove questo sarebbe stato forse l'unico risultato
davvero interessante dell'inchiesta messa in piedi: "Resta l'interrogativo
rispetto alle notizie ufficiali che potevano provenire dal Venezuela. L'autorità
giudiziaria non ha potuto svolgere alcun tipo di accertamento 'in loco'
per 'riscontrare eventuali tracce della presenza' in Venezuela di Majorana"
(dal
sito di rainews).]
Come si vede, le domande irrisolte nascono a mo' di funghi:
come mai è stata aperta una simile diciamo anomala* inchiesta? Gli
inquirenti hanno investigato come si dice a 360 gradi oppure, presi da eccitazione
mediatica, si sono soltanto limitati a fare da eco alla trasmissione "Chi
l'ha visto?" della bella Federica Sciarelli? Per esempio, la procura ha
utilizzato i "programmi sofisticati" a disposizione degli esperti interpellati
per verificare se per caso EM fosse anche la persona raffigurata accanto
ad Eichmann nella nota foto del 1950 divulgata da la Repubblica nel
2010? Come mai sulla foto del Bini non sono stati effettuati ulteriori controlli
comparativi, del tipo 2D Face Recognition, Morphing, etc.,
vale a dire come mai non è stato utilizzato uno di quei programmi
di invecchiamento computerizzato che si vedono all'opera appunto nei telefilm
polizieschi? (il risultato sarebbe stato forse più convincente).
Gli investigatori si sono domandati come mai il Fasani si sia soffermato
su alcune caratteristiche psicologiche del Bini, ma non su dettagli fisici?
Si sa (vedi la nostra Breve storia
della majoranologia) che Ettore aveva due vistose cicatrici,
residui di un incidente stradale in cui era stato coinvolto, una su una
mano e una su una coscia: perché il Fasani non le avrebbe menzionate?
(quanto alla prima, abbiamo già osservato nelle citate
Nuove
informazioni e riflessioni sulla scomparsa di Ettore Majorana,
che "in Venezuela non si sta certo di solito con maglioni o camicie con
le maniche lunghe"; quanto alla seconda, che in tali luoghi è di
uso comune l'utilizzo di calzoni corti per via del clima caldo, ed un particolare
anatomico cosi vistoso sarebbe dovuto balzare immediatamente almeno in qualche
occasione alla vista del Fasani**).
[* Divertente, e non del tutto fuor di luogo, il seguente commento che
appare nel sito di ilfattoquotidiano
- in rete se ne trovano diversi altri del medesimo tenore:
Domenico
Ci voleva un fisico del calibro di Majorana per darci la prova scientifica
che se chiudi la magistratura italiana, il paese ne avrà un beneficio
infinito! ... domani mattina leggeremo sul Corriere della Sera:"incriminato
Giulio Cesare per peculato, ha utilizzato fondi delle centurie romane per
le sue gite sulle acque del Nilo con Cleopatra" ... Sulla testata Il Tempo
"incriminato Nerone per incendio doloso di Roma" ... se non fossi italiano
riderei come un matto!, ma sono italiano e dico poveri noi!!!!]
[** Vedi per esempio:
http://www.delitti.net/il-caso-di-ettore-majorana-e-chiuso-ma-con-troppi-dubbi-da-chiarire090215/]
Insomma, il mistero sulla sorte di Ettore Majorana rimane ancora secondo
noi assolutamente intatto...
UB, Perugia, 12 febbraio 2015