Dalla teoria tricromatica di Maxwell

a una nuova concezione cromatica bipolare

(Mario Agrifoglio)


 








Per risolvere, una volta per tutte, il problema del "dualismo onda-corpuscolo", bisogna rettificare alcuni punti nei campi della "termodinamica", della "quantistica", del mondo "eterico" ed inoltre chiarire il vero punto di equivalenza fra energia e massa.

Come già espressi nelle mie relazioni presentate al Congresso Internazionale a Ischia (1991), in quello a Fivizzano (1994) e quello di Perugia (1996), lo stato eterico non solo esiste, ma ve ne sono di "due tipi": uno individuato nel calore puro ( = energia positiva E+); che come tale, puro, sul nostro pianeta può esistere solo a circa 9000° C; e l'altro individuato nel freddo puro ( = energia negativa E-), che come tale, puro, sul nostro pianeta si può trovare solo oltre lo 0° K. Per cui lo 0° K resta solo il punto minimo di "moto entropico", ma non limite di freddo. Questi due stati eterici, o bosonici che dir si voglia (che io ritengo più giusto chiamare Energie Primarie: E+ ed E-), "fondendosi" - oltre alla luce - hanno consentito il generarsi della massa.

In verità si tratta di due "energie" già da tempo conosciute e dette anche di "segno opposto", in quanto nel procedere nello spazio quella positiva (calda) oscilla in senso longitudinale alla direzione del flusso (elettromagnetico), mentre quella negativa (fredda), oscilla in senso ortogonale. Queste due energie primarie, allo stato eterico, interagenti, sono state individuate nel 1992 dal satellite COBE (a grandissime bolle calde e fredde) nello spazio cosmico primordiale, in tali condizioni potevano anche esistere in forma più diradata o più concentrata. Energie che, appunto, essendo di stato eterico, possono concentrarsi o diradarsi quasi all'infinito e, per se stesse, non posseggono moto di rilievo: miscelate invece, possono procedere anche a grandissime velocità, e inoltre - a velocità medio basse - a vari gradi di concentrazione e percentuali divergenti l'una dall'altra, danno adito alle varie temperature, e come tali sono percepibili anche dai nostri sensi.

Ora qui sintetizzando al massimo l'argomento, dirò che dalla miscelazione e concentrazione, in vari punti del cosmo primordiale, di queste grandissime bolle calde e fredde - una volta raggiunta la concentrazione X specifica - le due componenti si sono "fuse" dando vita ai quasar: dai quali è sorta la prima luce nel cosmo. Poi, da quella luce, di ogni singolo quasar - nel corso di miliardi d'anni - si è generata una galassia. E questo significa anche che di Big Bang ve ne sono stati tanti miliardi: per quante sono le galassie esistenti! Big Bang per modo di dire, in quanto - questi quasar - sono nati sì in modo "repentino", ma sono poi rimasti accesi per miliardi d'anni: le cui componenti e conseguente reazione sono giustificati dalla miscelazione e concentrazione di queste immani bolle di energie preesistenti nell'immenso cosmo primordiale.

Dunque, dalla "fusione" di queste due Energie Primarie E+ ed E-, è sorta la luce, e dalla luce si è generata tutta la materia esistente nel cosmo: vita compresa. Energie che si possono anche inscatolare: vedi pila e batteria, e nel contempo possono convivere con i vari elementi sia allo stato gassoso. liquido e solido, pur essendone le basi fondamentali; e proprio dai loro gradi di concentrazione e rapporto in percentuale di miscelazione dipendono i vari cambiamenti di stato dei vari elementi.

Prima di entrare nell'argomento specifico della quantistica, ho ritenuto giusto anteporre (sinteticamente) alcuni dati sui punti fondamentali che hanno anche affinità con le molte scoperte che ci giungono dalla cosmologia, dall'astrofisica, dal mondo subnucleare oltre che dalla spettrometria. Si tratta di dati ormai molto attendibili, dai quali è possibile trarre alcune conclusioni basate su queste nuove scoperte, che possono confermare o smentire molte "supposizioni" fatte nel corso dei secoli: sulla quantistica, sulla termodinamica, sull'equivalenza energia e massa e altro ancora; per cui molte valutazioni del passato sulla scienza in generale - con particolare riferimento a tutta la "fisica teorica a livello di principio costitutivo" - devono essere rivedute in modo radicale.

Venendo al problema specifico della quantistica, il "dualismo onda-corpuscolo" può trovare ora una spiegazione molto attendibile, in quanto l'equivalenza "energia/e e massa" può essere spiegata in modo che il duplice aspetto si giustifichi in termini "deterministici ". Infatti, energia e massa sono "circa" equivalenti, però non nei termini stabiliti da Einstein; e il "circa" viene incluso per il fatto che il cambiamento di stato di un elemento dipende dai valori differenziati di base eterica. Per cui tutta la fisica viene ad assumere un aspetto molto più chiaro; per cui le varie teorie fisiche possono "uniformarsi" e dar corso ad una nuova scienza basata su dati verificabili.

- Dalla miscelazione e concentrazione e "fusione" di due energie primarie preesistenti nel cosmo primordiale è sorta la luce.

- Dalla luce - a doppia componente - è sorta la massa.

- Dalla prima "massa" (relativa) del fotone y, si sono poi evolute tutte le particelle subatomiche, per dar vita agli atomi, molecole, cellule ecc. ecc..

La luce dalle fonti emittenti viene espulsa a "quanti" hn, ovvero a quanti di energia radiante, "neutri" in modo giustificato, che vengono emessi in successione, e che, a onde, possono apparirci solo se osservati attraverso certe apparecchiature di rilevamento: mentre con altre ci appaiono a quanti indipendenti l'uno dall'altro (vedere in Appendice foto di quanti luce - da me eseguita nel 1974 - e relative spiegazioni sulla meccanica esplicativa). Quanti che nell'arco di miliardesimi di secondo si commutano in particelle - a massa relativa, ossia instabile - ragion per cui, nell'impatto su sostanze materiche possono ricommutarsi in quanti d'energia radiante hn, e come tali scindersi pure nelle due componenti di base: le due cariche elementari monopolari di segno opposto A+ ed A-, delle quali sono composte le due energie primarie E+ ed E-. Dato, questo, comprensibile e compatibile con lo spettro scaturito dal prisma, e, giustificato a sua volta nei seguenti termini: quando un fotone y s'imbatte su di una sostanza diafana, non l'attraversa da "particella" ma, ricommutandosi in quanto di energia hn l'attraversa in veste di impulso elettromagnetico, per poi riacquistare massa uscendo dall'altro lato. E lo stesso discorso vale anche per i neutrini e altre particelle neutre nei confronti della materia.

Il quanto hn e il conseguente fotone y equivalgono alla luce "bianca", mentre i fotoni colorati (la definizione di "fotone" fu data da Einstein) sono derivati da azioni secondarie: un fotone y che assorba una carica elementare monopolare positiva A+ dà origine ad un quanto giallo (hp); mentre se si associa a due cariche elementari monopolari positive dà origine ad un quanto rosso (hp'); se si associa a tre, entra nella gamma dell'infrarosso (non più percepibile dal nostro apparato ottico); se invece un fotone y si associa ad una carica elementare monopolare negativa A- dà origine ad un quanto azzurro (hd); mentre se ne assorbe due dà origine ad un quanto blu-violetto (hd'); se ne assorbe tre, entra nella gamma dell'ultravioletto (non più percepibile dal nostro sistema ottico). I colori arancione, verde e indaco che appaiono nello spettro, sono derivati da miscelazione: l'arancione dalla miscelazione di quanti gialli e rossi; il verde da quanti gialli e azzurri; l'indaco da quanti azzurri e blu-violetto.

Da questi dati appare evidente anche che la Teoria Tricromatica di Maxwell non sia attendibile, e vada sostituita dalla nuova Concezione Cromatica Bipolare, in quanto le componenti della luce sono solamente due a cariche contrapposte, e singolarmente non sono percepibili dal nostro sistema ottico, mentre se miscelate a valori paritari danno origine alla luce bianca, e se miscelate a percentuali varie, danno vita a tutti i colori percepibili dal nostro sistema ottico (vedere in Appendice lo schema interpretativo).

La causa principale di tanti equivoci (non solo in quantistica), è nata con la Fisica Classica, e promulgata - per ironia della sorte - proprio da colui che viene indicato come il Padre della Scienza Moderna: Galilei. E questo grave equivoco consiste nell'aver valutato "il caldo e il freddo effetti secondari derivanti dalla materia"; ma se così fosse, sarebbe stata la materia a generare l'energia. e non viceversa. E questo equivoco, come già espressi più volte a vari Congressi, è di gran lunga più grave di quello "geocentristico" di tolemaica memoria; il quale fu sostenuto - a spada tratta - dagli scienziati di tutto il mondo per oltre tredici secoli: e quei pochi che tentarono di correggerlo rischiarono il rogo! (Galilei compreso). Ora però, a seguito di questo nuovo equivoco (galileiano), nacquero "tante fisiche", ognuna delle quali cercò di giustificare comunque il problema "energia e massa" nei modi più inverosimili. Inoltre, nel 1910, alcuni "cervelloni" credettero di aver scoperto che il "calore" sia generato dal moto delle particelle: ma che cos'è che genera questo "moto"? - Il moto, invece, è generato dalla "coreazione" tra le due Energie Primarie, e non dalle fantasiose teorie promulgate dai fisici scientisti!

Planck nel 1900, infatti, scoperse che la luce dalle fonti emittenti viene espulsa a quanti emessi in successione (e non a onde), quanti che si commuterebbero in particelle: i fotoni. Quanti e fotoni risultati a carica "neutra", per cui ciò presupponeva fossero composti da cariche o particelle ancora più piccole di segno opposto, ma non trovandole, e non concependo che gli stati eterici potessero essere "due", a Energie Primarie specifiche, la "quantistica" finì nel limbo delle astrazioni. Infatti, queste due energie di stato eterico non sono solo dei supporti passivi per consentire la propagazione di ipotetiche onde luminose; ma sono le essenze stesse della luce e di tutto ciò che esiste nel cosmo.

A causa di queste basi equivoche della fisica ortodossa, i fisici teorici hanno dovuto formulare una valanga di teorie inverosimili, che con le Vere Leggi della Natura nulla hanno a che fare. E per "demerito" di Bohr e Heisenberg nel 1927: che pur avendo ragione nell'affermare che le particelle subatomiche vengono modificate dai vari tipi di apparecchiature usate, tuttavia sbagliarono nel valutare il quanto/corpuscolo (energia/massa) due effetti solo apparenti di un unico fenomeno, e peggio ancora, aver valutato il tutto neutro per natura.

Ora il secolare problema "ondulatorio-corpuscolare" può ritenersi risolto, rettificando sia l'aspetto "apparente" da onda ad impulso (di lunghezza terminata per ogni cromia), sia avendone individuata la doppia componente; il cui impulso o quanto di energia radiante hn (luce bianca), è composto da due cariche elementari monopolari di segno opposto (per cui "neutro" in modo giustificato, il che consente la commutazione in massa del fotone y). Mentre per ciò che concerne sia i fotoni colorati, sia tutta la gamma delle onde elettromagnetiche, sarebbe più corretto chiamarle "elettrodiamagnetiche": in quanto il magnetismo - vero e proprio - necessita di corpi rigidi per potersi realizzare; ed inoltre esso è generato da una doppia circolazione (prevalentemente) di cariche elementari monopolari di segno opposto, e le pochissime masse di elettroni e positroni (circolanti in senso contrapposto), non si annichiliscono comunque perché s'incontrano a spin divergenti. Poi è risaputo che le masse elettroniche in un corpo conduttore viaggiano lentissime, mentre la circolazione delle cariche elementari monopolari avviene alla velocità della luce. Ma qui il discorso si amplierebbe enormemente, entrando anche nel mondo dei vari elementi chimici, e nelle loro rispettive trasmutazioni, che in Natura avvengono in modo assai differente da come sono state interpretate dalla scienza ortodossa.

La Legge di Compensazione, studiando la quale sono riuscito a mettere a punto la nuova concezione Compensazionistica/Evoluzionistica (che riesce a spiegare tutti i fenomeni della Natura in modo coerente): non me la sono inventata, ma è la Legge della Natura sulla quale si basano i vari rapporti attrattivi, repulsivi, rotativi e di "fusione" delle due componenti eteriche, o energie primarie, dalle quali dipendono tutti i fenomeni che si sono verificati e tuttora si verificano nel cosmo. I mattoni fondamentali dell'Universo, o la particella di Dio (o particella di Higgs), cercata mediante i grandi acceleratori di particelle, è già stata scoperta da Planck un secolo fa: ed è il fotone, che però non è stato capito come tale perché non capirono come era "composto"; e la cui "massa relativa" (instabile) da me introdotta riesce a chiarire l'aspetto "dualistico" in maniera inequivocabile. Per cui, come già sosteneva Senofane, le Essenze Divine, dalle quali tutto deriva, sarebbero due. E con la luce, da queste derivata, ebbe inizio la Creazione. Ed io, in tutto questo contesto, non avrei fatto altro che riscoprire cose già "supposte": dimostrando però, sperimentalmente, la "veridicità" di alcuni dati già previsti nel corso dei secoli sia dalla scienza che dalla filosofia.
 
 


Appendice

Schema Interpretativo


 






Un quanto luce hn (luce bianca) (1) si forma dalla fusione di due cariche elementari monopolari di segno opposto (chiamate Antepiù A+ la carica elementare positiva, calda, e Antemeno A- la carica elementare negativa, fredda). Dall'atto "coreattivo" (che le porta alla fusione) partono a velocità c (roteando in senso contrapposto), e nell'arco di miliardesimi di secondo (per cause termiche) si commutano in particella: il "fotone y" (2) (a massa relativa, ovvero a massa instabile). Quando il fotone y s'imbatte su di una superficie pigmentosa a carica "neutra" (equivalente a energie di eccedenza del 50%+ e del 50%-), si ricommuta - integralmente - in quanto luce hn, per tornare ulteriormente fotone y, e poi, nuovamente, nel nostro cristallino, in quanto hn: per cui quella superficie la percepiremo "bianca".

Infatti, a parità di percentuale tra le due cariche elementari monopolari di segno contrario si ha, appunto, la luce bianca. Se invece la superficie pigmentosa ha carica (in eccedenza alla sua massa) nella percentuale dell'80% in positivo e del 20% in negativo, quella superficie la percepiremo "rossa". In tal caso, il quanto luce riflesso - rispetto a quello incidente - si estenderà notevolmente (come appare nel grafico soprastante). Se invece la superficie pigmentosa avrà un'eccedenza dell'80% in negativo e del 20% in positivo, quella superficie la percepiremo "blu". Conseguentemente ad ogni minima variazione in percentuale tra queste due energie primarie di base - in eccedenza ai vari pigmenti - si avranno variazioni del flusso riflesso rispetto a quello incidente, per cui percepiremo - di volta in volta - sensazioni policromatiche differenti. Va tenuto presente che, a polarizzazione oltre 85%/15% sia in positivo che in negativo, il nostro apparato ottico non percepisce più sensazioni policromatiche, ma soltanto nero a causa di eccesso di polarizzazione. Tutto questo, ovviamente, è stato semplificato al massimo per rendere il fenomeno percettivo dei colori entro termini "quantitativi e qualitativi" realistici e nel contempo comprensibili a tutti.

Con queste nuove scoperte è possibile fornire dati molto precisi (e verificabili sperimentalmente) su tutti i colori percepibili dal nostro occhio, mentre con le varie teorie precedenti si riusciva a dare delle spiegazioni alquanto approssimative: quasi sempre basate su formule matematiche che assai poco avevano a che fare con dati sperimentali interpretati in modo attendibile. Il motivo di tutti questi dati poco attendibili, è dovuto al fatto che troppi dati sperimentali - molto recenti - non sono stati presi in dovuta considerazione, per cui, nel mondo accademico, si preferisce usare "vecchi schemi", anche se, tuttavia, questi sono serviti a dare solo spiegazioni approssimative.

(1) Il "quanto luce hn" di Agrifoglio equivale - in estensione - al "quanto luce h" di Planck, salvo che Agrifoglio ha saputo "giustificarne la neutralità" attraverso la doppia componente energetica e, (2) con il fotone y - a massa relativa - giustificarne la commutazione da energia/e in massa relativa, appunto, per cui instabile. Attraverso tale scoperta è possibile giustificare, in modo molto attendibile, numerosi altri fenomeni fisici: in modo particolare, la commutazione energia/e in massa.
 
 


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Questa foto di "quanti luce" ha consentito di chiarire un equivoco di fisica quantistica rimasto avvolto nel mistero per quasi un secolo
 
 



 






Fotografando una sorgente luminosa con tecniche specifiche, è possibile visualizzare i "quanti luce", come potete osservare nella foto sopra. Ma per interpretare correttamente questo fenomeno bisogna fare alcune considerazioni di ordine tecnico sul come e sul perché si manifesta in questo modo. E prima di ogni altra cosa bisogna sapere che la luce, contrariamente a come era stata valutata dalla fisica quantistica, è composta da due "energie primarie" di segno opposto - tra loro interagenti - siglate E+ (quella positiva, calda) ed E- (quella negativa, fredda), a loro volta suddivisibili in "cariche elementari" monopolari, siglate rispettivamente A+ ed A-. Cariche elementari monopolari dalla cui coreazione e poi "fusione" nascono i quanti luce hn, ossia quanti composti, emessi comunque a impulsi susseguenti, mentre i quanti luce h di Planck furono valutati erroneamente a energia "monogenica", ossia unica. La foto sopra ci mostra come questo fenomeno può essere rilevato su pellicola a colori, dove i tre strati di pigmento fotosensibile ai colori di sintesi additiva vengono impressionati in tre fasi susseguenti. Però - non a caso - in campo fotografico molta importanza viene data alla temperatura colore. Questo cosa significa? Ogni colore ha una sua temperatura specifica, per cui le pellicole a colori - dette in diapositiva - vengono composte a strati fotosensibili ai tre colori di sintesi additiva rosso, verde e blu, che vengono impressionati dal medesimo quanto luce hn a causa del suo procedere in maniera vorticale. Quanti luce che, essendo costituiti da due componenti - opposte sia in senso rotatorio/vibratorio che in temperatura, partendo a velocità c (con all'interno di ogni singolo quanto la componente negativa), vanno ad impressionare la pellicola in tre fasi susseguenti, dovute appunto all'azione rotatoria-vibratoria "sfasata" che gli consente di creare attimi "termici" differenti.

Va tenuto presente che le due energie primarie fondendosi danno vita alla luce bianca, ma se prese singolarmente non sono percepibili dal nostro sistema ottico; se poi con tecniche specifiche si fanno variare le percentuali delle due componenti, ad ogni variante corrisponde una radiazione colorata differente. Quindi i colori visualizzati in questa foto sono causati dalle differenti percentuali di miscelazione: quelle del rosso equivalgono a 75+ e 25-; quelle del verde a 45+ e 55-; quelle del blu a 30+ e 70-. La somma complessiva delle quali è di 50% di energia positiva e di 50% di energia negativa, equivalenti a luce bianca. Dove il rosso si somma con il verde e si ha il giallo a 60+ e 40-. Questi dati dimostrano che a far variare le lunghezze d'onda e le frequenze, sono le percentuali divergenti delle due energie primarie che costituiscono i singoli quanti di energia radiante polarizzata: sia in flusso diretto che riflesso. Però, non di lunghezze d'onda si dovrebbe parlare, ma di cariche elementari monopolari espulse congiuntamente a quanti luce hn dalle fonti irradianti. Quanti luce, poi, variabili in rapporto quantità alle diverse potenze d'emissione, e ulteriormente variabili in frequenze in rapporto qualità tra le due componenti, il che può avvenire per cause varie.
 
 


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Nelle precedenti tre immagini si possono osservare spettri ad un solo colore: rosso; a tre colori: verde - giallo - rosso; e a quattro colori: blu - azzurro/giallo - rosso. Lo spettro a quattro colori è quello che rappresenta la realtà fotonica (forse sarebbe più giusto parlare di "quanti"). Infatti, i fotoni colorati (o quanti polarizzati) dello spettro visibile sono solamente "quattro", mentre gli altri tre conosciuti sono dovuti a miscelazione. L’arancione è dovuto alla miscelazione di fotoni (o quanti) gialli e rossi; il verde di fotoni (o quanti) gialli e azzurri; l’indaco di fotoni (o quanti) azzurri e blu-violetti. Questa scoperta (che conferma una teoria dei colori simile a quella di Goethe, ma questi al posto del blu aveva indicato il verde) si spiega bene in termini scientifici in base all’individuazione delle due energie primarie (E+, positiva, ed E-, negativa), dalla "fusione" delle quali (a pari valore in percentuali) si ha la luce bianca. Quando invece (con tecniche specifiche) le due componenti si fanno variare in percentuali: con la prevalenza dell’energia positiva - nelle varie proporzioni - si ottiene la gamma dei colori (caldi): giallo arancione e rosso; se invece a prevalere è l’energia negativa - nelle varie proporzioni - si ottiene la gamma dei colori (freddi): azzurro indaco e blu-violetto.
 
 


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Mario Agrifoglio - Raffronti - opera 60x70 del 1987


 






Queste due immagini sono il risultato di una sola opera fotografata con luce comune (sopra) e con luce ultravioletta (sotto). Nella prima immagine si possono osservare le 5 tessere rosse su sfondo bianco e nero, le quali nella seconda immagine, irradiata con luce ultravioletta, hanno cambiato totalmente colore. L'opera poteva essere dipinta anche con lo sfondo totalmente rosso, uguale alle 5 tessere, tanto da far apparire tutta la superficie del quadro a colore rosso uniforme, e ancora apparire come sotto alla luce ultravioletta, in quanto è possibile creare un numero infinito di colori da altrettanti rossi o checchessia altro colore: usando ovviamente pigmenti e accorgimenti speciali.
 


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Mario Agrifoglio è nato a S. Margherita Ligure (GE) nel 1935. Cominciò a dipingere all'età di 11 anni, e già a 12 ad occuparsi anche di scienza (congiuntamente agli studi scolastici). Dal 1965 intraprese in modo sistematico studi di Storia delle Religioni, Storia della Ricerca Scientifica e infine Storia della Filosofia. Nel 1974 pubblicò un primo saggio di filosofia basato sulla Legge di Compensazione e sempre nello stesso anno elaborò un Enunciato di Fisica in Chiave Compensazionistica (nel quale vengono indicate le premesse per una revisione radicale di tutta la fisica teorica) e che, successivamente, nel corso degli anni ampliò per rendere i concetti espressi in modo più chiaro e dettagliato. Nel 1992 pubblicò il suo primo libro I Falsi Paradossi della Fisica (Ed. Eccellenti, Rozzano, Milano), uscito poi in seconda edizione assieme ad altri due testi: Compensazionismo: Aldilà del Tempo e oltre la Materia e La Ragione dell'Essere, Ed. Andromeda, Bologna. Ha scritto inoltre vari saggi di Cromatica Ottica, di Termodinamica, di Cosmologia. ecc. E' membro di diverse Accademie Internazionali per l'Arte e la Ricerca Scientifica.
 

Via Canto di Mezzo, 13

54013 Fivizzano (Massa Carrara) - Italy

E.mail: mario.agrifoglio@tiscalinet.it