L'assassinio di Mozart
(Giorgio Taboga)
(Ed. Akademos, Lucca, 1997)
I lettori di Episteme hanno già avuto modo di conoscere, sin dal fascicolo precedente, i lavori di Giorgio Taboga, e di apprezzare l'amore disinteressato di questo ricercatore della "verità storica", e il suo sdegno per coloro che cercano invece di dissimularla, ispirati da finalità extra-scientifiche che non possono non ricordare il passo che citavamo nel N. 3 della rivista, nel corso della recensione al libro "colombiano" di Vittorio Giunciuglio:
"Nel corpo di questa 'humus' percettiva del tutto amorfa la diffusione delle conoscenze, anche le più concrete, si snodava lungo il filo esilissimo di un'assoluta minoranza di scribacchini colti osservanti delle prescrizioni religiose prima che del reale. Essi hanno manovrato le leve del sapere che grazie al maggior ascendente, forza impressiva e stabilità della cultura grafica ha trasmesso la sua interpretazione del passato" (Emilio Michelone, Il mito di Cristoforo Colombo, Varani Ed., Milano, 1985 - enfasi aggiunta).
Tale osservazione si riferiva a una situazione antecedente la cosiddetta "rivoluzione moderna", e che quindi tutti riterrebbero ormai morta e sepolta da un pezzo - e certamente lo è in ordine all'evidenziata "minoranza" - ma le vicende di cui Taboga ci rende edotti (che si vanno peraltro ad aggiungere a numerose altre che la nostra pubblicazione non manca quando può di segnalare), mentre illustra le sue contestate "ipotesi", gettano seri dubbi sui fondamenti di una siffatta "fiducia": non sembra essere sufficiente un aumento di "quantità", laddove resti la sottomissione a qualsiasi tipo di "osservanza".
Con queste poche righe vogliamo proporre all'attenzione dei lettori un'ulteriore opera dello studioso in parola, affidando all'autore stesso, con l'articolo di seguito riportato, la parte più ardua della recensione, e cioè l'illustrazione sintetica del contenuto, compito che del resto non poteva essere assolto meglio da altri che da lui. Diamo però sempre, come d'uso, il Sommario del volume, per fornire maggiori elementi d'informazione ai potenziali interessati a un approfondimento.
Presentazione di Luigi Della Croce
Prefazione
La morte di Mozart di Piero Buscaroli
Quello che si vuol far credere
I capisaldi
La morte di Mozart: miti e falsità
Il timore dello scandalo: la nomina a S. Stefano
Franz e Magdalena Hofdemel: due vittime dell'ira
Intermezzo tragico: il "caso Salieri"
Conclusioni
Considerazioni finali
Epilogo
Appendice - Documentazione scientifica e letteraria: descrizioni dei vari autori
Bibliografia
Aggiungiamo solo qualche altra parola di nostro, esprimendo tutta la stima per chi ha l'avvedutezza (l'autonomia di pensiero) di rendersi conto, e il coraggio di denunciare, l'"impotentia ratiocinandi che coglie gli studiosi davanti ai mostri sacri" (loc. cit., p. 33), e risponde in anticipo alle prevedibili osservazione pedanti dell'"accademia" (di solito assai "schizzinosa", e poco disponibile a un dialogo vero) affermando che:
"Chi alla fine della lettura vorrà chiedermi dei chiarimenti può contare su una mia risposta alla sola condizione che le contestazioni siano espresse in forma urbana. A chi trovasse da ridire sul mio stile posso solo opporre che fare dello stile non era il mio scopo. Mi appello quindi all'autorità di Giuseppe Carpani, che ricorre per difesa a S. Agostino (De Doct. Christ. IV. II): "quelli che sono schizzinosi riguardo allo stile degli scrittori, tanto più si mostrano imbecilli, quanto più vorrebbero parer dotti; dè buoni ingegni l'indole essendo questa, che nelle parole amano il vero, e non le parole"" (loc. cit., Prefazione).
Una citazione complementare, infine, a conclusione della presentazione di un testo che affronta, e smaschera, un'altra delle tante "congiure del silenzio" di cui abbonda la vulgata storica che ci viene messa a disposizione, per rimarcare, da "cartesiani", una sorta di professione di fede dello scrittore, che è anche, si potrebbe dire, un "manifesto metodologico", del tutto condiviso da Episteme. Si tratta precisamente di alcuni versi ripresi dalle pagine che seguono ("L'ode al dubbio", Bertolt Brecht). Migliore riflessione non avremmo potuto trovare prima di passare la mano (o la penna) al diretto interessato:
"Salutiamo serenamente e con rispetto chi, come moneta infida, pesa
la nostra parola. (…) Com'era difficile accorgersi che era così
e non diverso. (…) Sono coloro che non riflettono a non dubitare mai".
(UB)
Oil painting of Mozart as a Chevalier of the Golden Spur, executed in Salzburg in 1777 by an unknown artist and showing Mozart wearing the Order of the Golden Spur awarded him by the Pope in 1770. [http://www.geocities.com/Vienna/Strasse/9570/mozart/index.html]