Gli "Adelphi" della Dissoluzione
Strategie culturali del potere iniziatico
(Maurizio Blondet)
(Ed. Ares, Milano, 1994 e 1999)
riflessioni su quel che nel dopoguerra ha
consentitola stabilità di un certo potere: la
confrontation tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Confrontation che non significava affatto
inimicizia, ma un limitato containment,
che era, nello stesso tempo, un sostenere
l'avversario a cui si dichiarava di opporsi. Vulgus
vult decipi, caro amico, ergo decipiatur; gli
Iniziati non mancano di umorismo."
(op. cit., I ed., p. 246)
"Può la "complottistica" assurgere a dignità scientifica? Può diventare una disciplina congetturale, superando la barriera della pura fantasia o della dietrologia? [...] Blondet analizza alcuni scenari del mondo occidentale [...] ricostruendo con passione e rigore il puzzle dei grandi intrighi internazionali. Un gioco a incastro, che va al di là della semplice fantapolitica per collocarsi in una zona grigia, dove verità e congettura si saldano in un quadro affascinante e insieme denso di inquietudini - Il lato oscuro della storia contemporanea, un mosaico di misteri che nessuno ha mai analizzato".
Tra le opere più significative di Blondet in tale direzione è
da annoverarsi senz'altro la già citata serie (vol. I: I fili
invisibili del mondo - Stati Uniti, Gran Bretagna; vol. II: I fili
invisibili del mondo - Europa, Russia; vol. III: Genocidi, eresie,
nomenklature; Ed. Il Minotauro, Milano, 1995, 1996, 1997), oltre a
I
fanatici dell'Apocalisse - L'ultimo assalto a Gerusalemme (Ed. Il Cerchio,
Rimini, 1993), ma quella di maggiore impatto ci appare indubitabilmente
la straordinaria Gli "Adelphi" della dissoluzione - Strategie culturali
del potere iniziatico*. Si è ritenuto allora di far cosa utile
al lettore presentando sulle pagine di Episteme, a mo' di anomala
recensione, alcuni commenti ad essa dedicati, tanto di apprezzamento che
di segno contrario, a riprova che si tratta di un lavoro che non manca
certo di far riflettere, e discutere. All'ampia "memoria" (anche personale,
un flusso impetuoso di considerazioni e ricordi!) elogiativa di Arcangelo
Papi, segue infatti un commento di Bruno d'Ausser Berrau di valenza del
tutto opposta: i due scritti offrono nel complesso un mosaico variegato
di opinioni su una delle intraprese di maggior "passione civile", ma non
solo, nel panorama della nostra attuale tiepida storiografia.
* Non è forse superfluo sottolineare che il termine "Adelphi"
prende origine contingente dalla discussione della gestione, e della politica
editoriale, di una piccola (nel panorama planetario che viene in realtà
analizzato) e ben nota casa editrice italiana, ma che esso assume ovviamente
presto, per traslato, contorni assai più ampi, finendo con il riferirsi
a "fratelli" intesi in senso generale, quali membri di una (ogni) particolare
"confraternita" con connotati "esoterici" (e qui val la pena di precisare
che l'ultima qualificazione concerne soltanto la speciale forma organizzativa
"riservata" di talune "associazioni", indipendentemente dai "contenuti"
specifici che con tale "pratica" si vorrebbero salvaguardare...).
(UB)