Origine e Fine dell'Universo

(Margherita Hack, Pippo Battaglia, Walter Ferreri)

(UTET, 2002)


 






Fare cosmologia è dire che cos'è il cielo. Origine e Fine dell'Universo in 258 pagine per i tipi della UTET non si fa certo pregare: qualche lustro addietro qualcuno avrebbe potuto definirlo un titolo da neuroscienze o un argomento di pneumatica, ma quando a firmarlo sono nientedimeno che Margherita Hack, un brillante divulgatore siciliano (Pippo Battaglia) e un apprezzato astronomo torinese (Walter Ferreri), la faccenda si fa terribilmente seria. Che cosa è accaduto alla scienza negli ultimi quindici anni? E' la verità sull'universo? E' una teoria? E' un trionfo virtuale o un incauto acquisto?

Dal nulla al tutto e dal tutto all'infinita rarefazione, la Hack ci sospinge con mano esperta in una saga dell'abracadabra dove materia, radiazione, costanti fisiche, spazio e tempo emergono da un luogo di raggio zero che precedentemente non esisteva. Oppure, a scelta, da una singolarità di estensione infinita i cui unici attributi sono calore e densità. Ma non è il caso di fare del facile … scetticismo: è la migliore teoria che abbiamo fatta con la migliore matematica che abbiamo e fino a 10-43 secondi dall'"Inizio" funziona "splendidamente". Big Bang dunque, nascita delle stringhe e poi quark, atomi, stelle, galassie, materia oscura e buchi neri che si dipanano in uno spazio che produce nuovo spazio al ritmo crescente e capriccioso di una misteriosa "energia del vuoto", o "quintessenza". Come una molla che tende man mano a scaricarsi e che renderà alla fine l'universo sempre più freddo, sempre più vuoto, sempre più morto.

Meravigliosamente semplice. E' vero che al di là dell'ultimo trilionesimo di secondo la termodinamica sembra invertirsi, che il moto delle particelle proviene dal calore e che l'entropia sorge dal nulla, pardon dalla simmetria assoluta, ma Boltzmann o Darwin non avrebbero niente di che rabbrividire: dopotutto che ne sapevano loro della radiazione "fossile" a 2,7° K? Nella cornice convenzionale il botto primigenio precede la materia e la radiazione, perché se fosse il contrario dovremmo poi spiegare come è nata la radiazione e la materia: e perché cadere in questo rompicapo senza speranza quando basta una parolina magica (Big Bang), un'invenzione alla lavagna più veloce della luce (inflazione) e le speculazioni di Andrej Linde (multiverso a bolle) per riconciliare creazione ed eternità?

Le alternative e le controversie cosmologiche sono affidate sommariamente a Pippo Battaglia, che in qualche pagina riesce a far dire ad Arp il contrario di quanto le osservazioni di Arp richiedono. A p. 84 vi si legge: "Arp non nega l'espansione dell'universo - ?? - ma soltanto che i redshift dei quasar associati alle galassie peculiari avrebbero lo stesso redshift di queste, più un redshift di natura diversa". E' chiaro che Battaglia non conosce le osservazioni di Arp ma ne ha soltanto sentito parlare ed è un ben triste destino che gli "eretici del Big Bang" non siano accreditati nemmeno per le cose che realmente sostengono. Un destino a cui sorprendentemente contribuisce la stessa Hack, quando a p. 31 accomuna Arp nell'interpretazione alternativa della radiazione di fondo proposta da Hoyle, Burbidge, Narlikar e Wickramashinge, per i quali l'osservata nebbia radio sarebbe provocata da aghi ferrosi liberati nelle esplosioni di supernovae. La rigorosa Hack merita una rigorosa precisazione che del resto Arp ripete da anni nei suoi introvabili libri e nei suoi articoli professionali: "In the non-expanding universe an obvious, and much simpler, explanation for the CBR is that we are simply seeing the temperature of the underlying extragalactic medium" (Seeing Red, 1998, pp. 237).

Precisazione "macchinosa"? Per gli Autori dell'alfa e l'omega evidentemente sì. "Sappiamo" che l'universo proviene dal Big Bang, che "è aperto, piano e in espansione all'infinito, e che qualsiasi osservatore situato in una qualsiasi galassia è destinato a vedere un cielo sempre più vuoto e sempre più nero…". Questo pianeta sarà pieno di conflitti e di lacerazioni ma per quel che riguarda la conoscenza cosmica stiamo vivendo l'età dell'oro. O i casi di Arp sono tutte illusioni ottiche o questo libro è sbagliato.
 
Origine e Fine dell'Universo

Margherita Hack, Pippo Battaglia, Walter Ferreri

UTET, 2002, pp. 258, prezzo 18,50 €

(Alberto Bolognesi)

[Una presentazione dell'autore di questa recensione si trova nel numero 2 di Episteme.]

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