Poco più di un anno fa sono stato contattato per telefono e per
e-mail dalla redazione di un noto programma storico della RAI. L'interlocutore,
informandomi che stavano preparando una trasmissione sulla bomba atomica,
<<all'interno della quale ci occuperemo anche dei ragazzi di via Panisperna
e, ovviamente, anche della figura di Ettore Majorana>>, affermava esplicitamente:
<<quanto da lei scritto sul caso Majorana ci ha entusiasmato>>.
Risposi che ero lusingato dal giudizio, ma che ero sempre stato consapevole
di quanto la mia analisi dell'evento fosse sgradita allo "spirito del tempo",
e immaginavo quindi che una sua divulgazione da una fonte autorevole avrebbe
potuto suscitare reazioni spiacevoli, non solo per me ma anche per chi aveva
deciso di interpellarmi. Insomma, che valutassero bene l'opportunità
di una mia partecipazione al programma, e invero dopo un poco la comunicazione
si interruppe, e quel primitivo "entusiasmo" si concretizzò infine
in un nulla di fatto.
Non che ne fossi del tutto scontento, perché è sgradevole trovarsi soli di fronte a un esercito di "offesi" (è d'obbligo il rinvio a una delle immagini più significative che appaiono nel mio sito:
http://www.cartesio-episteme.net/santilli.jpg), e l'amore per il quieto vivere mi consolò rapidamente della prevedibile conclusione dell'episodio. Esso faceva il paio del resto con l'atteggiamento che mi aveva riservato l'Associazione degli "Amici di Leonardo Sciascia", una storia già raccontata in:
http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep5/ep5-maj.htm (si veda la Postilla),
su cui quindi non ritorno.
La citazione dell'articolo pubblicato sul
numero 5 della cessata rivista Episteme sembra inoltre opportuna
nel presente contesto perché in "Leonardo Sciascia e il caso Majorana:
siciliani scompaiono nel nulla, ma un'ipotesi tarda ad apparire..." si fa
una sorta di aggiornamento del caso al 2001, e vi si nomina l'ipotesi
Klingsor (vedi la nota 19), alla quale nel libro del 1999 non veniva
fatto cenno. [Questa ipotesi fu poi adeguatamente discussa dal Dott. Arcangelo
Papi nel N. 6 della citata rivista:
http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep6/ep6-papi2.htm, ma
nonostante la sua indubbia "logicità", e qualche elemento fattuale
a favore, non sono ancora del tutto persuaso che essa possa affiancarsi
alla pari a quella adombrata nel lavoro che stiamo illustrando.]
Ricordare tali episodi mi è parsa la maniera migliore per presentare
un testo che è rimasto (fortunatamente per l'autore) lontano
dai clamori mediatici, e dalle confuse polemiche, che hanno accolto
invece lo studio del caso De Pretto, al punto che non rammento particolari
commenti scritti su di esso, con l'eccezione del quotidiano La Stampa
in cui venne riportato:
<<A riaprire il capitolo dell'oscura scomparsa di Majorana è il professor Umberto Bartocci, docente [...], autore del saggio "La scomparsa di Ettore Majorana: un affare di stato?" pubblicato [...] e di un articolo per il periodico "A futura memoria" dell'Associazione "Amici di Sciascia". Si tratta dei due studi più ampi e riassuntivi su tutte le ipotesi circolate sul caso>> (30 agosto 2000).
A parte la prevista felice conclusione della relazione con la nominata
Associazione, che invece ha avuto l'esito negativo sopra accennato (e nonostante
tutte le mie cautele nell'esprimermi!), l'estensore dell'articolo almeno
esprimeva un'opinione che ritengo senza falsa modestia meritata, e che viene
ripresa a distanza di anni da Simone Berni, nel suo singolare A caccia
di libri proibiti - Libri censurati, libri perseguitati - La storia scritta
da mani invisibili (Ed. Simple, Macerata, 2005):
<<Un libro che racchiude in sé tutti quelli citati, proponendo
al contempo spunti infiniti di riflessione è La scomparsa di Majorana:
un affare di Stato? (Bologna, Andromeda, 1999) altro libro just
in time di Umberto Bartocci, il popolare scienziato già citato
in margine alla formula della relatività di Olinto De Pretto in
questo capitolo. Dei libri letti su Ettore Majorana, quello di Bartocci
è il più stimolante. Vi si ricavano, oltre alle informazioni
di base della vicenda - reperibili anche altrove, spunti per teorie non
convenzionali ma suggestive. Le conclusioni di Bartocci - se da una vicenda
simile è possibile trarne -lasciano aperte le ipotesi dominanti,
il suicidio, l'omicidio, il rapimento, la fuga volontaria ma con un senso
diffuso di fatalità, come se Majorana fosse un predestinato, una
vittima annunciata della scienza>> (pp. 80-81).
Ma è inutile insistere con i "sordi": del resto proprio tali
sordità, e silenzi, e quando proprio tirati per i capelli reazioni
scomposte equivalenti allo "stracciarsi le vesti" di biblica memoria, mi
hanno sempre confortato nell'opinione che la verità sul caso Majorana
sia ben diversa da quella che viene "ufficialmente" favorita, e che i miei
taciturni critici (ma ben attivi, è facile immaginare infatti vari
loro "divieti") ne siano perfettamente consapevoli...
UB, agosto 2006.