Mario Monicelli e il terzo mondo
La televisione e' purtroppo accesa, e mi capita di sentire Mario Monicelli, intervistato per RAI 1 da Enzo Biagi, parlare di un'Italia finalmente "uscita dal terzo mondo". Mi chiedo in quale momento nella sua opinione ne avesse fatto parte. Forse durante il famigerato "ventennio", quando l'Italia era indubitabilmente rispettata nel mondo? (va oggi di moda affermare il contrario, da parte di chi fa storia solo come "politica al passato" - vedi il Dissenso N. 17 - ma si tratta di un'evidente falsita', tra le tante). Oppure, quando era uscita prostrata da una guerra in cui pochi hanno combattuto contro molti? Io sono nato in quel periodo, ma ricordo intorno a me gente civile, nonostante la poverta', che se chiedevi qualche informazione per la strada si fermava a risponderti garbatamente; donne vestite in modo decoroso, fondamento prezioso delle loro famiglie; giovani con facce pulite; edicole che non facevano sfoggio di pubblicazioni pornografiche; scuole che cercavano di insegnare qualcosa sul serio; debbo continuare?
Oggi mi guardo in giro, scorgo volti duri e aggressivi, maleducazione, corruzione e menzogna ovunque, a ogni livello, per non dire di come appaiono i giovani e le donne, senza entusiasmo e senza pudore. Chissa' qual e' il terzo mondo per Monicelli…
(UB, 29 ottobre 2000)