La scuola di "regime"…

Mi piace portare a conoscenza dei lettori di questa rubrica i seguenti mails, provenienti dal gruppo cattolico qui spesso citato, accompagnandoli pero' con un breve commento. Pur riconoscendomi profondamente nel disagio, e nell'irritazione, denunciati dagli scriventi, ritengo si debba convenire che la scuola e' sempre stata, ne' puo' essere altrimenti, "di regime", perche' non esiste un'educazione "neutra". Altrettanto "offesi" per simili interventi "catechistici" si sentivano miei conoscenti atei durante le vecchie lezioni di religione, la preghiera in classe, etc.. Comunque, sempre meglio la morale della Chiesa, che proviene da un'esperienza secolare, e da una concezione non animalesca dell'uomo, che il vuoto spinto in cui si muovono, in modo spesso rozzo e volgare, certi democratici "operatori di progresso", neppure consapevoli delle loro numerose contraddizioni…

 

(UB, gennaio 2001)

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Subject: [politica_cattolici] Huxley e la Scuola di regime

Date: Sun, 21 Jan 2001 19:51:50 +0100

From: David <botti.d@tiscalinet.it>

Reply-To: politica_cattolici-owner@egroups.com

To: politica_cattolici@egroups.com, it-politica-cattolici@computerville.it

Mia figlia Martina, che ha tredici anni e frequenta la terza media,

qualche giorno fa, tornata a casa, ha riferito alla madre - per

evidenti ragioni - che a scuola erano venuti alcuni delegati della

locale ASL per sottoporre tutta la classe ad una lezione coatta

di educazione sessuale.

Già questo per la verità mi ha non poco infastidito, perché mi

sembra un diritto inviolabile dei genitori decidere come e quando

parlare di "certe cose" - come sono reazionario: provo ancora

imbarazzo e pudore nel trattare in pubblico certi temi - con i figli.

Ed anche perché non credo che le stesse parole e lo stesso

momento siano ugualmente efficaci ed opportuni per una pluralità

di adolescenti, ognuno dei quali ha la sua storia, la sua

psicologia, la sua sensibilità, la sua maturità.

Però, quel che è peggio, si è nel fatto che, come la ragazza ha

riferito (e non ho ragione di dubitare delle sue parole), si sia trattato

piuttosto di una lezione sull'aborto e sulla contraccezione.

Insomma, pare si sia voluto spiegare a quegli adolescenti come

essere buoni cittadini del "mondo nuovo" - secondo la lezione di

Aldous Huxley -, e cioè come usare e godere del sesso evitando

quell'accidente che la natura (Dio?) vi ha voluto connettere - la

procreazione -, prevenendola o sopprimendone il frutto.

Il carattere tutt'altro che scientifico, pedagogico e neutro di tali

lezioni, che risentono di una chiara e pessima impostazione

ideologica, emerge chiaramente sia dal modo in cui sono state

trattate le osservazioni di mia figlia, sia dalla natura di tali

osservazioni. Infatti, a fronte della sottolineatura dei "diritti della donna" in materia d'aborto, Martina ha osservato che bisognerebbe preoccuparsi anche

della tutela dei diritti del bambino concepito, che con l'aborto

verrebbe soppresso, ricordando che comunque la morte/aborto non è

mai una soluzione, e che in ogni caso è più giusto preferire la vita.

Quanto alla contraccezione, ha fatto notare l'assenza di ogni

riferimento ai metodi così detti naturali, certamente più "ecologici"

rispetto a quelli chimici e meccanici, e più efficaci, come la stessa

Organizzazione Mondiale della Sanità ha dovuto ammettere (ma

questo lo aggiungo io ora). Tutte e due volte è stata "arronzata", con la classica non risposta di chi non sa che cosa dire: "di questo parliamo un'altra volta".

Non scrivo di questa piccola vicenda per un inammissibile "orgoglio

paterno", né tanto meno per dar sfogo a risentimenti ed opinioni private,

ma solo perché il fatto presenta, tra i tanti evocati, almeno un aspetto

che mi pare di "pubblica utilità". Persino una ragazzina di tredici anni che frequenta la terza media è in grado di scorgere, ancorché in modo elementare ed anche un po' rudimentale se si vuole, le questioni - davvero di civiltà - che mia figlia ha posto alla sua "docente" coatta (nel senso di non scelta) di

sessualità moderna, cioè di aborto e contraccezione.

Solo politici, premi Nobel, scienziati, opinion maker ed intellettuali à la

page non ci riescono. O non vogliono?

Giovanni Formicola

(c) Roma

_______________

Portale di cattolici: http://www.totustuus.it/

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Subject: [politica_cattolici] 18enne: su Huxley e la scuola di regime.

Date: Thu, 25 Jan 2001 22:43:19 +0100

From: "Valeria Voli" <botti.d@tiscalinet.it> (by way of David <botti.d@tiscalinet.it>)

Reply-To: politica_cattolici-owner@egroups.com

To: politica_cattolici@egroups.com, it-politica-cattolici@computerville.it

Cari amici,

vi ringrazio delle numerose di risposte di solidarieta' all'estensore del fondo del quotidiano "Roma" di Napoli.

Purtroppo, devo registrare anche due risposte "stonate", delle quali una sembra - purtroppo - provenire dell'Onorevole Stefano Rizzo di Salerno.

Come è noto, non è prevista la diffusione di nessuna delle risposte che possono tuttavia essere inviate al newsgroup in calce.

Per questa volta, tuttavia, sento il dovere di fare un'eccezione per la

edificantissima lettera che segue.

iGpM

David

___

"Una diciottenne vi risponde"

Sono una ragazza ed ho appena compiuto 18 anni.

Rispondo all'autore dell'articolo con oggetto "Huxley e la Scuola di

regime".

Leggendo l'articolo mi è sembrato di rivedere pari pari quello che è

successo anche a me proprio in terza media.

Non ricordo chi fosse venuto a parlarci a scuola, ma le gentili signore si

erano presentate come 'sessuologhe'.

In ogni caso le considerazioni e le conclusioni erano le medesime.

Il bambino diventava un PROBLEMA da eliminare e combattere, tutto lì.

A niente sono servite le mie osservazioni forse troppo arrabbiate e magari

anche ingenue, di fronte alla "palese saggezza" delle suddette signore.

Le risatine dei compagni quando parlavo di metodi naturali, di rispetto per

il nascituro, [che comporta anche un infinito rispetto reciproco all'interno

della coppia e una meravigliosa complicità nella scoperta dell'essere umano]

mi hanno in un primo tempo scoraggiata;

poi con il tempo la voglia di andarci fino in fondo ha preso il posto dello

sconforto.

La medesima reazione i miei coetanei l'hanno avuta quando insistevo sullo

squallore di ogni metodo anticoncezionale, che riduce la sessualità ad un

semplice atto in funzione di se stesso, egoisticamente consumato, per il

solo piacere personale (senza contare il fatto che molto spesso l'utilizzo

dell'anticoncezionale banalizza e intristisce un momento di per sè così

importante ).

Sembrava di parlare agli alieni. [in un certo senso è proprio così : che

esseri sono quelli che possono spingere una mamma ad uccidere il frutto del

proprio seno? e come potrà essere capace di amare sè stessa e il mondo,

colei che ha soppresso il proprio bimbo ?]

In conclusione : coraggio Martina, continua ad andare avanti, e prega sempre

Chi ci insegna a sperare contro ogni speranza, perchè ne vale la pena, ne va

le sempre la pena, se c'è Qualcuno che è morto in croce per darcene il

coraggio!!

E lei, che è il babbo di Martina, non si scoraggi. Anche i miei genitori

hanno passato un periodo di sconforto nel vedere i loro figli soffocati da

una realtà così lontana. Ma ora la serenità è ancora più profonda, nel

vedere che i loro sforzi sono serviti a qualcosa.

Confidate in Colui che da lassù vede e sa ogni cosa. E non ci abbandona mai.

Saluti

Valeria

"Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi, a chiunque

vi chieda una spiegazione, ma con mansuetudine e rispetto" (S.Pietro)

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