OLINTO DE PRETTO
NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
(Bianca Mirella Bonicelli)
OLINTO DE PRETTO nacque a Schio, in provincia di Vicenza, il 26 Aprile 1857, sesto dei sette figli, cinque maschi e due femmine, di Pietro De Pretto (1810-1891) e Angelica Boschetti(1822-1905).
Pietro De Pretto, architetto al Comune di Schio, si dedicò anche a studi dì astronomia e geologia. Collezionò, con il fratello Michele, geologo, minerali e rocce, e la raccolta fu poi donata al Museo di mineralogia dell'Università di Padova.
Olinto ed il fratello Augusto, di due anni maggiore, studiarono a Padova, frequentando gli stessi ambienti. Tra le loro conoscenze quelle del Prof. Gustavo Bucchia, ordinario di architettura civile, idraulica e stradale, Senatore del Regno, e del matematico Prof. Domenico Turazza. I due fratelli fecero proprio l'ideale irredentistico, a favore delle terre venete ancora sotto il dominio austriaco, di questi due illustri Docenti.
Olinto, laureatosi in agraria alla Scuola Superiore di Agricoltura di Milano, divenne assistente del Prof. Gaetano Cantoni.
Nell'Introduzione alla sua opera L'agricoltura in Italia (Milano, Hoepli, 1885), il Cantoni, a p.VII, in nota, dichiara: "Devo citare la lodevole cooperazione degli assistenti Dott. Antonio Zanelli, Augusto Jemina, Filippo Terzaghi, Vittorio Alpe, Olinto De Pretto, Eligio Borca".
Emerge subito, fin dai primi anni dopo la laurea, la caratteristica fondamentale della personalità di O. De Pretto: la capacità e la volontà di affiancare al lavoro principale, svolto con cura scrupolosa, ricerche in campi diversi, condotte sempre con attenta osservazione della realtà studiata, ma che poi si alzano a livello di creatività teoretica con "ardite", "arrischiate", "del tutto nuove" ipotesi, come egli stesso le definisce.
Da Milano Olinto scrive ripetutamente al fratello Ing. Silvio comunicandogli i risultati delle sue ricerche "Sopra l'utilizzazione delle acque di lavaggio delle lane", per ottenerne acidi grassi.
"Io crederei", scrive O. De Pretto con lettera del 10.2.1882, "che si potessero estrarre questi acidi dall'acqua di lavaggio delle lane, ottenendo una materia combustibile di grande valore per l'illuminazione ... Fuori dubbio che nelle acque di lavaggio del Lanificio è rappresentata una ricchezza ingente ... Di questa ricchezza attualmente non si utilizza che una parte del combustibile ed in modo assai imperfetto, facendo gas illuminante ... Tutto il resto viene gettato nei canali, trovandosi di ciò assai contenti i proprietari dei fondi irrigati".
E, in data 31.5.'82: "Da casa son partito col materiale necessario ed ho subito incominciato a fare qualche cosa. Non ho creduto opportuno di fare ciò nel gabinetto di scuola, quantunque nessuno me lo avrebbe impedito. Ma non voglio farmi vedere che mi occupo, sia pure nelle ore libere, di cose estranee all'agricoltura e, di più, occupato per la gran parte del giorno, non mi rimane, per ciò che può essere di mio capriccio, che la sera e la mattina per tempo. Perciò ho piantato una specie di laboratorio nella mia stanza, facendo qualche piccola spesa. Cosi, non potendo lavorare che assai poco e con metodi piuttosto lunghi, mi trovo con tutto ciò a buon punto ... Ti manderò quanto prima i dati ultimi che ho raccolto e che potrò ancora raccogliere. Ti manderò anche un campione degli acidi estratti ... ma ciò non sarà forse tanto presto, avendo tempo disponibile e non volendo trascurare menomamente le mansioni del mio posto". E, in data 15.7.'82: "Fui contento nel leggere la tua cartolina, nella quale mi annunci di avere incominciato a far costruire gli apparecchi che io, bene o male, ho descritto nella mia lettera ... Nella esperienza in grande che stai per incominciare, potrai sapere, almeno approssimativamente, il costo d'estrazione degli acidi grassi, ed allora solo si potrà dire positivamente se ne convenga o no l'estrazione".
Grandissima era la stima di Olinto per la genialità inventiva del fratello Silvio (1848-1933), il quale, incoraggiato da Alessandro Rossi, industriale laniero di Schio, presso il quale egli lavorava, dopo la laurea in ingegneria, trasformò, nel 1885, una piccola officina meccanica, che aveva incominciato a lavorare con otto operai nel 1884, in Fonderia Stabilimento Meccanico, presso un vecchio mulino, alla periferia della città.
Durante la prima guerra mondiale, dal 1916 al 1919, i macchinari furono trasferiti in Piemonte e a Bergamo, ma, nel 1919 fu riattivato lo Stabilimento di Schio, su richiesta delle maestranze. La Società Ing. Silvio De Pretto e C. si assocerà il 21 aprile 1920, con effetto retroattivo al 1° gennaio 1920, alla Escher Wyss di Zurigo, Società Metalmeccanica sorta nel 1805.
In officina S. De Pretto era coadiuvato dai fratelli Alessandro, perito chimico e Francesco, ingegnere. Presumibilmente nel 1886, dopo circa sette anni di assistentato presso il Prof. Cantoni - che morirà nel 1887 - entrò nella Fonderia del fratello, O. De Pretto, in qualità di Direttore Amministrativo, carica che terrà fino alla fusione della De Pretto con la Escher Wyss. Dal 1° Aprile 1920 al 16 Marzo 1921 (anno della sua morte) sarà Procuratore Amministratore della nuova Società.
Svolgerà, in tutti quegli anni, il suo lavoro con grande competenza e rettitudine, facendo viaggi a Milano, Torino, Udine, Treviso, Roma e probabilmente anche altrove. Dopo la fusione delle due Società si recò a Zurigo e a Berna.
O. De Pretto fu anche appassionato alpinista e gli fu compagno, in ardite escursioni, il fratello Augusto (1855-1918). Questi si laureò in ingegneria nel 1878 e fu chiamato nel Reale Corpo del Genio Civile di Girgenti, nel settore ferrovie. Nel 1885 fu scelto a far parte del Reale Ispettorato delle Strade Ferrate e addetto al Circolo Ferroviario di Verona e di Milano. Promosso al grado di Ispettore di 1a Classe, resse successivamente i Circoli ferroviari di Palermo, Reggio Calabria, Ancona, Bologna e Verona.
Nel 1901 fu promosso Ispettore Superiore ed entrò a far parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ebbe numerosi onorifici incarichi per l'Italia e per l'estero.
Soggiornò frequentemente a Roma ove è molto probabile che abbia conosciuto l'Ing. Beniamino Besso, vissuto in quell'epoca e che fu Direttore delle Ferrovie Sarde, con sede a Roma. Presso di lui sappiamo che, per un certo periodo degli studi giovanili, soggiornò il nipote Michele Besso, che diverrà, a partire dal 1896, grande amico di Einstein (cfr. il testo di Pierre Speziali: Albert Einstein Michele Besso Correspondance 1903-1955, Collection Histoire de la Pensée, Hermann, Paris, 1972; Collection Savoir, 1979, p. XX).
E' ipotizzabile che Augusto De Pretto, grande estimatore dell'intelligenza del fratello Olinto, abbia portato con sé qualche copia della di lui Memoria "Ipotesi dell'etere nella vita dell'universo" (1903-1904), e l'abbia data ai suoi amici e colleghi tra i quali, appunto, Beniamino Besso.
Silvio, Augusto, Olinto De Pretto ed altri compagni, tra i quali il belga Enrico Moerman, già insegnante a Monza, nella Scuola di Applicazione di Agraria di Milano e passato poi a dirigere il Podere dei Rossi a Schio, fecero mèta delle loro escursioni il territorio del Pasubio, ancora sotto l'Austria, il Trentino, il Cadore.
Nel 1892 i fratelli De Pretto fondarono il Circolo Alpinistico, presidente Silvio De Pretto, quattro anni prima della nascita della Sezione del C.A.I. di Schio. O. De Pretto promosse e inaugurò nel 1898 il Rifugio di Campogrosso che, dopo la sua morte, fu per un certo periodo intitolato al suo nome.
O. De Pretto, appassionato geologo, da solo o in compagnia di Leonzio Maddalena, che si definirà suo allievo in geologia, studiò accuratamente tutte le vallette dell'Alto Vicentino.
Com'è noto, dei risultati dei suoi studi O. De Pretto mise generosamente a parte, accompagnandolo anche nelle sue escursioni, il geologo Alessandro Tornquist, inviato a Schio, nel 1899, dalla Koeniglische Preussische Akademie der Wissenschaften di Berlino, per compiere il rilievo geologico della zona di confine, dall'Agno all'Astico.
Aiutato così efficacemente, dopo pochi mesi di soggiorno nell'Alto Vicentino, il Tornquist era in grado di pubblicare 1a sua opera Das Vicentinische Triasgebirge (Stuttgart, 1901).
Tra il 1888 e il 1898 O. De Pretto pubblicò studi di alto livello scientifico sui rapporti tra sollevamento e degradazione delle montagne e sviluppo dei ghiacciai, e uno studio sui caratteri geologici dei dintorni di Schio; nel 1899 La via più breve tra Venezia e il Brennero, opera uscita senza indicazione dell'Autore.
A proposito di questo scritto è interessante, anche come documento del carattere di O. De Pretto, una lettera da lui inviata, in data 6.8.1920, ad un conoscente, il Dott. Augusto Sartorelli, il quale desiderava raccogliere, per pubblicarli, dati su Augusto De Pretto, morto nel 1918, e al quale attribuiva lo studio suddetto di carattere ferroviario.
"Il mio defunto fratello", scrive O. De Pretto, "mi giovò assai del suo consiglio e dì dati statistici specialmente riguardanti i costi", ma "per verità l'autore del progettino è il sottoscritto ... Non avrei gelosia che il nome di mio fratello (Comm. Augusto Ing. De Pretto Ispettore Superiore delle Ferrovie) figurasse quale autore del progettino, il quale acquisterebbe maggiore importanza per la grande autorità del Defunto. Disgraziatamente avrei rimorso dì attribuirgli la paternità di un progetto, fatto a scopo di propaganda e che è troppo rudimentale e probabilmente non scevro di gravi pecche e lacune. Mi sembra non si possa far torto alla fama di mio fratello".
Nel 1904 veniva pubblicata la Memoria "Ipotesi dell'etere nella vita dell'universo".
In un primo tempo O. De Pretto aveva pensato di presentarla tramite il Bollettino della Società Geologica. Italiana, come si legge nella lettera da lui inviata, in data 19.8.1903, al Prof. Carlo De Stefani, a quell'epoca professore di geologia all'Istituto Superiore di Firenze.
"Chiarissimo Professore", scrive il De Pretto, "mi perdoni se mi rivolgo a Lei per disturbarLa, ma lo faccio perché ricordo come Ella mi sia stata larga di consigli quando, anni addietro, feci quella mia pubblicazione sull'Epoca glaciale, nel Bollettino della nostra Società. Ora si tratta di un altro mio lavoro che fui a dir vero dubbioso di pubblicare tanto sono ardite e creda in gran parte nuove le idee svolte, mentre il mio povero nome è così poco autorevole. Perciò volli prima avere il parere di un'autorità e competenza indiscusse e, avendo avuto la fortuna, qualche anno fa, di tenere un carteggio coll'illustre Astronomo Schiaparelli, mi feci ardito di presentargli il mio lavoro, essendo nello stesso toccati argomenti di Fisica Astronomica. Il giudizio dell'ill.mo Astronomo fu veramente lusinghiero per me al di là di ogni mia speranza. Le accludo anzi copia della lettera scrittami dallo Schiaparelli, essendo l'originale documento troppo prezioso per me e unisco anche copia di una cartolina scrittami dal C.te Almerigo Da Schio che mi propose anzi di fare della mia Memoria argomento d'una lettura all'Ateneo di Perugia. Dopo ciò ho preso la risoluzione di pubblicare il mio lavoro senza ritardo e vorrei farlo nel Bollettino della Soc. Geologica, sebbene tratti argomenti d'indole generale e non propriamente di geologia. Del resto il mio lavoro prende precisamente le mosse da una memoria del defunto Olivero: "La struttura della terra", apparsa sullo stesso Bollettino. Mi dispiacerebbe però che premettendone da prima l'esame della Commissione e poi il mio turno, dovessero passare parecchi mesi prima che uscisse alla luce, nel qual caso preferirei fare una pubblicazione per mio conto ... ".
Com'è noto la Memoria fu pubblicata negli Atti del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Anno Acc. 1903-1904, dopo essere stata presentata da A. Da Schio nell'adunanza del 29 Novembre 1903.
Contemporaneamente agli studi suddetti e al suo lavoro in Fonderia, O. De Pretto collaborava validamente con il fratello Silvio in molte importanti iniziative: costruzione dell'Albergo Dolomiti al Pian delle Fugazze; Scuola Professionale specializzata per la Fonderia; Scuole tecniche sul Colle di Schio; partecipazione finanziaria, con azioni, ad opere di interesse pubblico come la Soc. Industria Elettrica Scledense, la Soc. An. Cooperativa di Schio per le Tramvie e Ferrovie del distretto, la Soc. Automobilistica Internazionale Schio-Rovereto, il Comitato per l'incremento dei forestieri Rovereto-Schio, e ad opere di interesse privato come la costruzione e l'esercizio della prima aeronave italiana,
Il 17 Giugno 1905, alla presenza delle autorità e della popolazione festante si alzava maestosamente nel cielo di Schio l'aeronave "Italia", la cui costruzione era stata promossa da A. Da Schio che, laureatosi in Giurisprudenza si era poi dedicato a studi di meteorologia, astronomia e aeronautica. Fu allievo di Pasquale Cordenons (1837-1886), dell'aeronautica appassionato precursore. Il Da Schio fondò un'organizzazione di Osservatori meteorologici nell'Italia nord-occidentale e appartenne a numerose Accademie scientifiche. (cfr. G. Mantese, Storia di Schio, 1955, pp. 530-531).
L'anno dopo, i1 1° Maggio 1906, veniva inaugurato a Schio il servizio pubblico con omnibus, a due piani, costruiti dalla FIAT che ne aveva attuato il progetto nel 1904. Velocità 30 Km. all'ora, capacità di superare pendenze fino al 15 per cento.
La Società esercizi pubblici di Schio, di cui O. De Pretto era presidente, fu la prima ad ordinare questi omnibus da utilizzare sul percorso Schio-Valle dei Signori-Rovereto e ritorno, con fermata al confine italiano, essendo il Trentino ancora sotto l'Austria (cfr. Archivio Storico FIAT, Torino).
A tutte queste attività O. De Pretto continuava ad affiancare studi di apprezzato livello scientifico: "Sopra una grande forza tellurica trascurata", Roma, 1914; Lo spirito dell'universo, Torino, Bocca, 1921 (riedizione rielaborata dall'Autore della Memoria del 1904); "Le due faglie di Schio", Roma, 1921.
La sera del 16 Marzo 1921, a 64 anni, O. De Pretto giungeva al termine della sua operosa, limpida e geniale esistenza.
Uscito dalla Fonderia e accompagnato il fratello Silvio nella vicina villetta ove questi abitava con la sua famiglia, presso il cancello veniva affrontato e ucciso a colpi di pistola da una donna, moglie di un certo Sandri, proprietario di un fondo nel quale era stato scoperto e parzialmente sfruttato, durante il periodo bellico, un giacimento di lignite, decaduto poi d'importanza. I due coniugi temevano di non essere stati sufficientemente compensati dalla Società per ricerche minerarie che si era interessata alla cava e di cui O. De Pretto era presidente.
Il sunto de Lo spirito dell'universo, che l'Autore pochi giorni
prima della morte aveva inviato alla redazione del Bollettino Urania,
veniva immediatamente pubblicato dal Prof. F. Sacco, quale "testamento
scientifico" dello Scomparso. (cfr. Urania, Anno X, 1921, N. 2,
pp. 25-26).
Testimonianze su Olinto De Pretto
"Uomo modesto, di gran cuore, di carattere intemerato, amante delle Alpi, di vasta cultura, studiosissimo di geologia teoretica". Così, efficacemente, sintetizza il suo giudizio su O. De Pretto il geologo F. Sacco, commemorando lo Scomparso, nell'adunanza del 18.3.1921 della Società Urania (cfr. N. 2 di Urania, 1921, pp. 47-48).
E' ancora sulla base di documenti d'epoca che è possibile ricostruire le reazioni di consenso o di polemica, suscitate dalla pubblicazione della Memoria di O. De Pretto "Ipotesi dell'etere nella vita dell'universo", e, dopo la tragica sera del 16 marzo del 1921, l'entità del cordoglio per la scomparsa dello scienziato.
Dal R. Ufficio Centrale di Meteorologia e di Geodinamica di Roma, in data 23.4.1904, il Prof. L. Palazzo scrive ad O. De Pretto ringraziandolo dell'omaggio della "dotta e bella Memoria", a lui già nota: "Quando comparve la Sua pregiata Memoria negli Atti del R. Ist. Veneto, ne fui colpito dal titolo che eccitò la mia più viva curiosità, cosicché mi indussi subito a leggerla nelle sue parti più sostanziali. Le assicuro che le cose lettevi mi fecero molto pensare e meditare. E' pur sempre attraente per lo spirito umano investigare il meccanismo intimo dell'universo! Quale sia questo intimo meccanismo, noi non sappiamo; forse esso è destinato a restare per sempre un mistero per la limitata nostra mente; tuttavia è da apprezzarsi molto lo sforzo, che stimo serissimo, da Lei fatto per sciogliere un enigma tanto interessante".
Nel luglio 1904, nel N. 55 della Rivista di Fisica, Matematica e Scienze Naturali di Pavia (Direttore F. Rodolfi), usciva una recensione critica della Memoria di O. De Pretto, a firma G.M.S.I..
"E' un tentativo preceduto da altri assai, di spiegare con moto meccanico la costituzione e i fenomeni dell'universo inanime: di azioni più alte e veramente vitali l'autore giudiziosamente tace; speriamo che non intenda negarle ... Da parte nostra siamo convinti che nessuna spiegazione meccanica è valevole a dire il vero perché delle cose. Qui poi l'eccessiva semplicità rende più facile il motivo d'insuffícienza ... Non una parola di Dio".
Il recensore conclude dicendo che le idee del De Pretto "sembrano sogni di fantasia ai quali le nozioni che abbiamo di fisica non solo non danno nessun fondamento, ma forse contraddicono".
In data 30.8.1904, O. De Pretto indirizza alla redazione della suddetta Rivista una lettera, in difesa delle sue teorie: "L'autore dell'articolo che risponde alle iniziali G.M.S.I., si dimenticò di accennare che il mio studio fu accolto negli Atti dell'Ist. Veneto di S. L. e A. e tace poi della lettera dell'illustre astronomo Schiaparelli, per me tanto lusinghiera, che precede il mio lavoro: è un passaporto che merita qualche considerazione ... Confesso che non comprendo bene il mio critico: avrei forse dovuto far precedere il mio lavoro da una professione di fede? Che dire, allora, per es., del Padre Secchi che passò la sua vita nello studio dei più alti problemi di astronomia e di meccanica celeste? ... Pur riconoscendo che il mio lavoro non si presta facilmente ad essere riassunto in poche linee devo rammaricarmi che il mio critico non abbia esposto almeno i punti principali ... Egli mi. sembra guidato da un preconcetto pessimista ... In causa di tale preconcetto credo non abbia letto il mio opuscolo con la dovuta attenzione e non sia riuscito a comprendere il meccanismo dell'etere, quale lo avrei immaginato per spiegare l'attrazione e la coesione e anche l'origine dell'energia dagli astri ... Egli rimprovera di troppa semplicità la spiegazione da me data del meccanismo dell'attrazione ed io invece vorrei dire che è appunto la sua semplicità che più soddisfa ... Come conseguenza necessaria poi della legge fondamentale che l'attrazione è in ragione inversa dei quadrati delle distanze, dalla gravitazione si arriva alla coesione ed alla affinità chimica: difficile è farsi un'idea dell'estrema piccolezza delle distanze che separano le particelle. Ma come teoricamente non si può assegnare un limite alla piccolezza di. tali distanze, così non si può in certo modo limitare l'intensità della forza attrattiva che si sviluppa e che trattiene le particelle fra di loro. In tale argomento credo d'essermi spiegato chiaramente nel mio lavoro".
Com'è noto, a distanza di molti anni, nel 1921, la Memoria venne ripubblicata, con rielaborazioni ed aggiunte dell'Autore, presso l'Editore Bocca, con il titolo Lo spirito dell'universo.
Dal R. Politecnico di Torino, il 31.1.1921, il famoso geologo F. Sacco scrive al De Pretto: "Ill.mo Dottore, ieri essendoci la prima seduta dell'anno alla R. Accademia delle Scienze ho naturalmente presentato il suo libro illustrandolo nei suoi concetti e nei suoi svolgimenti fra la generale attenzione degli Accademici, indicandolo anche per i1 premio Bressa. A questo riguardo fu però osservato che il premio è limitato al quadriennio 1917-1920, mentre invece la sua idea fu già pubblicata nel 1903 e ristampata ora (con amplificazioni, aggiunte ecc.) nel 1921. Il Presidente dell'Accademia, che è l'illustre fisico A. Naccari, ricordò inoltre che la sua idea geniale fu già enunciata, quantunque con altri termini, dal Le Sage. Ad ogni modo il suo libro suscitò interesse ed il mio collega di Fisica del Politecnico, il Majorana che si interessa molto dei fenomeni di gravità, lo prese subito in lettura". [Il Prof. Majorana di cui qui si parla è Quirino Majorana, zio del più celebre (almeno presso il grande pubblico) Ettore; sul carteggio scientifico tra i due cfr. La Stampa, Società e Cultura, 15.11.1989, p. 6.]
Pienamente consapevole della genialità e novità delle sue intuizioni, O. De Pretto indirizza, in data 4.2.1921, al Prof. Sacco una lettera di risposta, difendendo, pur con il tono modesto e pacato tipico del suo nobile e generoso carattere, il valore della sua opera, già pronta in manoscritto nel dicembre del 1920, rielaborata rispetto all'edizione del 1903 e che, "con qualche speranza", egli ritiene esser degna del premio Bressa. Il premio di L. 9000, destinato a insigni e utili scoperte e ad opere di alto livello scientifico, non venne conferito né ad O. De Pretto né agli altri due concorrenti proposti nella stessa occasione, ma ad un quarto studioso, fuori terna, F. Vercelli, Direttore dell'Osservatorio Geofisico di Trieste (cfr. Atti dell'Acc. delle Scienze, 23.4.1922).
La sera del 16 marzo di quell'anno 1921 strappava tragicamente O. De Pretto all'affetto grandissimo dei familiari e al mondo della scienza. Il Prof. Sacco, con lettera del 21.3.1921, si fa interprete dell'unanime doglio dei Soci della Soc. Urania, e del "sentimento d'orrore per l'esecrabile misfatto che ha troncato cosi barbaramente una così bella intelligenza" (come abbiamo già detto, alla Società Urania il Prof. Sacco aveva immediatamente commemorato O. De Pretto).
Il ‘sacerdote scledense F. Faccin, illustre astronomo, collaboratore dell'Osservatorio Vaticano, con lettera a Silvio De Pretto, del 15.4.192l, afferma che "Lo spirito dell'universo" è opera "veramente notevole per la novità e genialità delle vedute che da parecchi anni stava elaborando quella eletta mente pensatrice, le quali forniranno materia di studio profondo a quanti cercano di recar luce sui misteri dell'universo"; e, in altra lettera, 26.6.1921, afferma che gli scritti di O. De Pretto "rivelano quale splendido genio la scienza abbia perduto. Auguro che la città di Schio riconosca a quale illustre cittadino abbia avuto l'onore di dare i natali e voglia in modo condegno perpetuarne la memoria".
Dal prestigioso Osservatorio Ximeniano di Firenze, diretto dai Padri Scolopi, il fisico e sismologo Padre G. Alfani, in data 24.5.1921, ringrazia i familiari di O. De Pretto per l'omaggio dell'opera Lo spirito dell'universo e, con sottolineature sue, afferma: "Sebbene sia tuttora in non buone condizioni di salute, pure ho già cominciato a leggere quel volume quanto mai suggestivo, e, quantunque per verità io non simpatizzi in generale con le pubblicazioni delle ipotesi, pure sento che il mio animo accetta molto e molto volentieri quanto scrive l'Illustre Autore".
Dall'Istituto di Geologia della R. Università di Padova, con lettera del 26.6.1921, il Prof. G. Dal Piaz afferma che: "La scomparsa del Dott. De Pretto segna anche per la Scienza un grave lutto. Il Povero Olinto era uno di quegli studiosi solitari di cui purtroppo ogni giorno più va riducendosi la schiera con grave danno non solo della Scienza ma anche della dignità e della superiorità intellettuale del nostro Paese".
Furono fatte commemorazioni dello Scienziato scomparso, tra le quali quella alla Società Geologica Italiana, da parte dell'Ing. L. Maddalena che, del De Pretto amico e discepolo in geologia fatta sul campo, durante gite alpinistiche nell'Alto Vicentino, ebbe parole particolarmente sentite: "Abbiamo perduto in Olinto De Pretto uno dei più simpatici amici che avevamo l'abitudine di incontrare quasi ogni anno ai congressi geologici ... Era circondato di alta considerazione per i suoi lavori pubblicati sul nostro Bollettino e altrove".
Conclude la commemorazione l'elenco completo delle opere scientifiche di O. De Pretto. (cfr. Boll. Soc. Geol. It., 1921, pp. LXXVIII-LXXX).
Anche nel mondo dell'arte si sentì l'eco del pensiero dello scienziato scledense: il drammaturgo Sem Benelli dichiarò di essere stato indotto dal libro sull'universo del "grande italiano Olinto De Pretto" ad esprimere, nel dramma Con le stelle, l'armonia universale (cfr. Corriere della Sera, 22.2.1927).
Nel 1931, a dieci anni dalla morte di O. De Pretto, il fratello Ing. Silvio e il genero di questi, Prof. Giuseppe Flechia, nipote del famoso indianista Giovanni Flechia, prepararono una studio relativo all'opera Lo spirito dell'universo. Prima dell'eventuale pubblicazione, scrissero all'astronomo della Specola Vaticana Pio Emanuelli (1888-1946) per avere un parere sul pensiero di O. De Pretto in merito al problema dell'etere. Il professore rispose con due lettere, andate perdute, ma delle quali ci sono accenni in appunti di Silvio De Pretto che riferisce alcune frasi dell'illustre astronomo, decisamente negative: "Che se ne conosce dell'etere: esiste o non esiste? e che rapporti ha con la materia? Se ben mi appongo, i fisici sembrano del parere che l'etere non esista, o, almeno sono più propensi per l'inesistenza che per l'esistenza. Lo stato della fisica odierna (per quel che riguarda l'etere, la gravitazione, l'atomo e argomenti connessi e simili) non. ha nulla a che vedere con lo stato della Fisica ai tempi dello Schiaparelli, morto nel 1910" (lettera del 12.4.1931). E, in altra lettera del 30.4.1931: "Il libro [di O. De Pretto] rispecchia concetti, teorie quali si avevano trenta o quarant'anni fa".
L'Emanuelli cita, come esempio di ben più aggiornate concezioni di "fisica atomica e astronomia siderale", "il libro testé uscito di C. Stoermer". [Il titolo di quest'opera è Dalle stelle agli atomi (Ed. Hoepli, Milano, 1931).]
S. De Pretto e G. Flechia non pubblicarono il loro studio i1 cui manoscritto è poi andato perduto.
Agli scienziati il compito di valutare, oggi, la portata teoretica e,
forse, l'aspetto anticipatore sul pensiero di Einstein, della produzione
scientifica di O. De Pretto.
Elenco delle pubblicazioni di Olinto De Pretto
1 - Influenza dei sollevamenti e della degradazione delle montagne sullo sviluppo dei ghiacciai , Milano, Hoepli Ed., 1888.
2 - "La degradazione delle montagne e sua influenza sui ghiacciai", Boll. Soc. Geol. Ital. , XIV, 1896.
3 - "L'epoca glaciale e la teoria orografica", Boll. Club Alpino Ital. , XXXI, 1898.
4 - "Cenni geologici sui dintorni di Schio", dalla Guida Storico-Alpina Valdagno-Recoaro-Schio-Arsiero , di C. Fontana, Schio, 1899.
5 - La via più breve fra Venezia e il Brennero , Schio, 1899.
6 - "Ipotesi dell'etere nella vita dell'universo", Atti Reale Ist. Veneto di Sci., Lett. ed Arti , Tomo LXIII, Parte II, 1904, pp. 439-500.
7 - "Sopra una grande forza tellurica trascurata", Boll. Soc. Geol. Ital. , XXXIII, 1914.
8 - "Le due faglie di Schio", Boll. Soc. Geol. Ital. , XXXIX, 1920.
9 - Lo spirito dell'universo , Bibl. di Scienze Moderne, F.lli Bocca Ed., Torino, 1921.
10 - "Lo spirito dell'universo", sunto per il Bollettino della Società
Urania , 1921.