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Cominciamo con l'offrire alcune ampie citazioni da La Tradizione Cattolica, XII, 2 (47), 2001, un numero interamente dedicato alla conferenza del Prof. Paolo Taufer, tenuta a Rimini il 28.10.2000 nell'ambito delle attivita' dell'VIII convegno di Studi Cattolici, sul tema "Espansionismo islamico ieri e oggi" (l'attenzione nei confronti di questo lavoro non significa adesione del curatore del presente sito alle valutazioni in esso contenute sulla "pericolosita'" dell'espansione islamica, e soprattutto sul ruolo di questa civilta' nei confronti dell'imperialismo "globalizzazionista" che procede dagli USA...).
Si spera in particolare che le notizie che seguono sull'ormai famoso "Tribunale dell'Aia" siano capaci di far riflettere i "ben pensanti", i quali associano automaticamente i concetti di tribunale e giustizia, e come Socrate si dichiarano sempre rispettosi e fiduciosi in giudici e leggi...
LA VISIONE DI SAMUEL HUNTINGTON DEL BRZEZINSKIANO "MONDO FUORI CONTROLLO".
A chi ha seguito questi nostri convegni il nome di Samuel Huntington non è sconosciuto. Si tratta di un professore americano direttore dell'Istituto di Studi Strategici della Harvard University, collaboratore della stella mondialista Brzezinski e appartenente alle élites di potere USA (è membro del C.F.R., il Council of Foreign Relations), che ha preconizzato uno scontro di civiltà lungo le linee di contatto fra le grandi religioni. Le teorie di questo storico-geopolitico sono esposte in un articolo comparso su "Foreign Affairs" (la rivista del C.F.R.) del 1993 dal titolo The Clash of Civilisations?. Tre anni dopo Huntington ampliò queste teorie in un libro dallo stesso titolo, "Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale", dove il punto di domanda era scomparso1.
In questo libro Huntington divide i conflitti del mondo moderno in quattro periodi:
1. conflitti fra monarchie, fondati su pretese territoriali e rivalità economiche.
2. conflitti fra nazioni, che sorgono con la morte di Luigi XVI nella Rivoluzione francese, e la nascita parallela dei nazionalismi. Terminate le guerre fra i regni iniziano quelle fra le nazioni, la cui conclusione Huntington vede nella prima guerra mondiale.
3. conflitti fra ideologie, nati in coincidenza del sorgere del comunismo in Russia e proseguiti con la seconda guerra mondiale, da Huntington considerata un confronto fra comunismo, fascismi e democrazie liberali. Tale conflitto è stato seguito da un secondo confronto, "est-ovest" fra democrazie liberali e comunismo, conclusosi con il crollo di quest'ultimo.
4. conflitti fra civiltà, causa prima a partire praticamente dalla fine della "guerra fredda" delle guerre. E' la fase attuale che si svilupperà vieppiù nel corso delle prossime generazioni, con l'Islam e l'Occidente2 che si combatteranno con frequenza sempre maggiore.
Non possiamo esimerci dal riconoscere in questa sequenza esattamente il programma massonico del procedere verso quella Repubblica Universale vagheggiata già nel secolo dei Lumi. Dapprima l'eliminazione delle monarchie di diritto divino, poi quella dei grandi nazionalismi, che erano serviti a fondare lo stato laico e a dissolvere l'unità della Cristianità e che ormai, con le loro gelosie e le loro contrapposte ambizioni di primato, apparivano come altrettanti ostacoli sulla via dell'unificazione dell'Europa prima e dell'intero globo poi. Per eliminarli fu scatenata la seconda guerra mondiale che affossò tutte le grandi potenze europee e cementò col cemento del terrore in due soli grandi blocchi sovrannazionali il mondo che contava: quello occidentale capeggiato dagli USA e quello orientale guidato dall'URSS. Questa contrapposizione, se praticamente svuotava il concetto di stato nazionale autenticamente sovrano e semplificava il precedente complesso quadro politico, costituiva a sua volta un ostacolo sulla via dell'unificazione politica dell'intero pianeta.
Fu così che, con una subitaneità che destò universale sbigottimento, nel 1989, in non casuale coincidenza col bicentenario della Rivoluzione francese - le società segrete hanno sempre amato queste corrispondenze cronologiche e numerologiche così consone allo spirito cabalistico - si assistette alla liquidazione dell'immenso impero sovietico che aveva gravato come un macigno sul mondo e che invece si dissolse per incanto come nebbia. Contemporaneamente Gorbaciov e la sua perestrojka liquidavano lo stesso comunismo. Marionette, scenari, tutto fu spazzato via in un fiat dai Grandi Burattinai con una rapidità che parve miracolosa e che portò gli ingenui a parlare di intervento celeste quando invece ci trovavamo una volta di più di fronte a una mossa grandiosa del potere occulto. La "caduta" del comunismo fu funzionale anche all'espansionismo islamico delle repubbliche musulmane dell'ex URSS, che approfittarono del vuoto istituzionale e politico subentrato per riempirlo con l'Islam e stringere legami più stretti con paesi come l'Iran e la Turchia.
Viviamo oggi nella fase conclusiva del cammino verso la Repubblica Universale, quella che si allarga alle aree più ampie, le civiltà che si riconoscono fondamentalmente in base ad una religione comune, dalla quale fanno derivare lingua, storia, costumi e istituzioni comuni. Lo scontro fra civiltà, non dovrebbe peraltro condurre alla supremazia di una particolare civiltà di esse, ma piuttosto come si è detto alla confusione e distruzione dì tutte, compresa quella islamica. Tale distruzione essendo di dimensioni mondiali dovrà fondarsi su armi di distruzione di massa, come preconizza il Brzezinski3.
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IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE DELL'AIA
Un'ulteriore prova delle collusioni USA-Islam sulla "Grande Scacchiera" è il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia, creato nel 1993 a L'Aia per giudicare le gravi violazioni del diritto internazionale avvenute in Bosnia e durante la sanguinosa spartizione di quella nazione.
Il Tribunale ha rivelato presto la sua natura di ulteriore strumento forgiato sulla via dell'esproprio di ogni potere alle nazioni, in vista del suo trasferimento nelle mani di organismi sovrannazionali, facilmente controllabili dai soliti noti del potere mondialista. Rileva infatti Del Valle che l'organismo che ne ha disposto la creazione, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, non avendo veste di istituto giuridico, almeno teoricamente non dovrebbe vantare competenze in materia. L'esclusione di componenti del Tribunale provenienti da nazioni poste fuori dall'area jugoslava costituisce inoltre un vero controsenso dal punto di vista del diritto internazionale.
Di più: lo stesso Consiglio di Sicurezza ha delegato al Tribunale la costituzione di un regolamento ad hoc per le fasi preliminari dell'udienza, per i ricorsi, per l'accettabilità delle prove, per la protezione delle vittime e dei testimoni4. Ne deriva che il Tribunale non opera in base ad una legge cogente ad esso esterna ma dando, di fatto, legge a se stesso. Una procedura che solamente tra il 1994 e il 1997 è stata modificata ben 12 volte. Ecco alcune perle del regolamento che ne è scaturito: "la Corte di prima istanza non esige prove per ciò che è di pubblica notorietà", accettando quindi come prove da porre agli atti ogni possibile deformazione mediatica (chi non ricorda, ai tempi della guerra in Kosovo, i centomila detenuti nel campo sportivo adibito a lager di Pristina denunciati dal ministro americano William Cohen, le notizie di stupri di massa, i massacri di civili ripresi dalle telecamere, ecc., rivelatisi poi infondati?); "nel caso che la comunicazione dei documenti in possesso del Procuratore possa nuocere a nuove inchieste in corso, il Procuratore può richiedere alla Corte di prima istanza riunita in sessione a porte chiuse di essere dispensato dall'obbligo di comunicare i documenti alla difesa".
Dejà-vu: nei processi della Ceka e del KGB.
Quanto ai finanziamenti del Tribunale, essi non provengono dall'ONU, come viene spesso riportato e ci si potrebbe attendere, ma dalle parti interessate, da varie fondazioni e finanzieri americani, fra cui primeggia SOROS, ma soprattutto da parte musulmana in particolare Pakistan e Malesia, i quali, guarda caso, forniscono anche i giudici. Nessun magistrato di provenienza ortodossa, infatti, può essere ammesso a far parte del collegio giudicante. Superfluo aggiungere che un 90% degli imputati è serbo e nessun responsabile musulmano di un certo livello è stato inquisito. È di tutta evidenza la volontà americana di favorire in ogni modo l'installazione di musulmani sui territori cristiani - un po' come la creazione di Israele in ambito arabo, focolare perenne di tensioni e di guerre - con la conseguenza diretta di frenare ogni tentativo di costruzione dell'Europa e giustificare il controllo militare diretto della NATO, e perciò degli Stati Uniti, su quei territori.
I procuratori del Tribunale dell'Aia, primo Tribunale penale internazionale dopo Norimberga e Tokyo, dove i vincitori della Seconda guerra mondiale avevano giudicato i vinti, il 2 giugno 2000 archiviarono una denuncia contro la NATO per i bombardamenti di obiettivi civili. L'italiano Antonio Cassese, primo presidente nel 1994 del Tribunale, ha in proposito dichiarato: "Come esperto di diritto umanitario, ho moltissimi dubbi sui motivi per non iniziare un'indagine o delle investigazioni nei confronti della NATO", dichiarazione che si giustappone a quella di Jamie Shea, portavoce dell'Alleanza ai tempi della guerra in Kosovo: "Non credo che il Tribunale vorrà mordere la mano che lo nutre"5.
1) Samuel P. Huntington "The Clash of Civilisations and Remaking of the World Order". ed. Simon & Schuster, New York, 1996; pubblicato in italiano col titolo "Lo scontro delle civiltà e il Nuovo Ordine Mondiale", ed. Garzanti, Milano, 1997.
2) Quando questi autori parlano di "Occidente", non si deve con questo termine intendere quella nozione geografica e dì civiltà strettamente legate alla storia dell'Europa e della Cristianità, che ci sono familiari, bensì una concezione ideologica ed economica del mondo che si riflette in una società superiore capitalista e neo-imperiale, dominata dagli USA. L'azzeramento di ogni differenza fra mondo anglosassone e civiltà europea costituisce il grosso equivoco di fondo di Huntington.
3) Z. Brzezinski nel suo: "Il mondo fuori controllo", ed. Longanesi, Milano, 1993, dopo avere indicato l'ovale che va dall'Adriatico al Sinkiang come la zona dove nei prossimi anni (siamo all'inizio degli anni '90) si svilupperà la massima violenza, a pagina 168 dichiara: "A un certo punto, è prevedibile che le armi di distruzione di massa vengano usate in alcuni dei possibili conflitti che coinvolgono sentimenti etnici e religiosi", alludendo chiaramente alla fascia islamica.
4) Rapporto delle Nazioni Unite, 13 maggio 1993, art. 15.
5) In: "liMes", "I Balcani senza Milosevic", n. 5/2000, pag. 26.