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In ordine all'interesse dell'imperatore dei francesi (la cui famiglia tra l'altro proveniva da Livorno) verso il mondo ebraico, ci sembra interessante fornire la seguente poco conosciuta notizia, che ben si ricollega alle congetture di Vittorio Giunciuglio sulle autentiche motivazioni della campagna napoleonica in Egitto (se ne fa cenno nella presentazione dell'opera di questo autore "dilettante", contenuta in Episteme N. 3).
"C'è un precedente al documento del 1973. È la posizione assunta due secoli fa dai rabbini di Francia e Italia. Nel 1806, Napoleone operò per integrare gli ebrei nella società francese. Convocò, quindi, a Parigi il rabbinato dell'Impero francese e del Regno d'Italia in Gran Sinedrio - 71 fra dottori della Legge e notabili d'Israele, più i supplenti rabbinici e laici, i verbalizzatori, gl'ispettori di sala e gli scribi - e formulò dodici domande per chiarire la posizione ebraica su una serie di questioni religiose, sociali e politiche. Questo avvenimento di portata eccezionale è illustrato nel volume Le document fondateur du Judaisme français: Les décisions doctrinales du Grand Sanhédrin 1806-1807, pubblicato a mia cura nel 2000 dalle Presses Universitaires de Strasbourg..." (da un messaggio che girava in rete del gran rabbino di Strasburgo René Gutman).