"Testamento spirituale" di un intelletto deciso a rimanere "libero"
(con alcune informazioni istruttive sul "caso Argentina")
Dedichiamo uno spazio di autentica "controinformazione" a illustrare una posizione concettuale, ovviamente decisamente "critica", che vogliamo definire espressione di una "vera" destra (italiana, ma probabilmente non solo), sulla difficile attuale congiuntura storica internazionale.
Si tratta di un punto di vista che non si sente illustrato mai nelle innumerevoli occasioni televisive con le quali si cerca manifestamente soltanto di formare-condizionare un'opinione politica nella "grande massa" (se non per esorcizzare tali possibilita' di pensiero, presentandole allora, attraverso numerose "piccole" sapienti suggestioni subliminali, quali assurde, inaccettabili, anacronistiche, incivili, odiose, perfino quasi "criminali").
Di fronte alla martellante campagna propagandistica (che ha prodotto nel nostro paese: il decadimento della famiglia e della scuola, la diffamazione dell'<<esercito dei cittadini>>, la corruzione* dei costumi, e quindi della classe politica e della magistratura, etc.; un casuale frutto dello "spirito dei tempi", oppure "commissionata" da dotti custodi-profeti di un Ordine Mondiale a venire, coadiuvati da una volenterosa schiera di "nuovi cani da guardia"**?!):
- pro globalizzazione (di stampo imperialistico e capitalistico);
- pro distruzione dello stato sociale (con il proposito di confinare tutte le leve dell'economia in mani "anonime" e "irresponsabili", divulgando la falsa illusione che il "bene collettivo" sara' automatica conseguenza - quasi una legge di natura! - di quella somma di "egoismi individuali" che costituisce lo "spirito del capitalismo");
- pro scomparsa, o riduzione a ruolo secondario (che potrebbe dirsi quasi esclusivamente "turistico"), dell'identita' nazionale (a favore di un "melting pot" produttore di un "gregge" indifferenziato e inerme, incapace di esprimere una "volonta'" storica di popolo che possa contrastare gli interessati progetti di dominio universale di coloro che si propongono come "pastori" dell'umanita');
una VERA DESTRA non puo' infatti che attestarsi su una linea di forte opposizione (che basterebbe fosse semplicemente "culturale"), definendosi al contrario:
- SOCIALE e POPOLARE (ma attenzione a non identificare necessariamente il "governo del popolo e per il popolo" con le attuali forme di "democrazia televisiva", dove folle di persone ipnotizzate, preoccupate e stanche vengono chiamate a decidere tra chi appare piu' fotogenico, o ha voce e modi piu' suadenti di un altro);
- quindi ANTICAPITALISTA e ANTIIMPERIALISTA (e di conseguenza pure, in linea di principio, solidale con tutti i popoli che debbono soffrire in difesa della loro sovranita' e indipendenza);
- ma principalmente NAZIONALE (nella convinzione che soltanto unita' politiche "a misura d'uomo" - le quali possono benissimo essere sostanzialmente "pacifiche", e alleate tra loro in presenza di comuni vincoli storici e culturali - solidamente fondate su storia e tradizione, ovvero sull'eredita' del sangue, della terra e del linguaggio dei padri, possono in modo libero e sovrano esercitare quelle forme di "controllo" politico-sociale indispensabili a evitare forme di asservimento totale non si capisce neppure bene a "chi" - vedi locale ).
Descrivono bene la situazione le seguenti parole di Giorgio Galli, il quale scorge una convergenza, sia pure confusa, intuitiva-istintiva, tra alcune istanze del movimento no-global e la posizione che abbiamo appena descritto, a identificare una destra che e' incredibile come l'attuale stato di disinformazione possa consentire venga scambiata-identificata con una "destra liberale", capitalistica, antinazionale, succube soprattutto della componente anglofona della nostra civilta' occidentale.
> [fonte purtroppo sconosciuta] Giorgio Galli, il politologo che ha studiato a lungo la tipologia della nuova destra, coglie questa trasformazione: <<La tradizionale accusa agli ebrei di esercitare, attraverso posizioni economiche e culturali, un potere determinante nelle nazioni è stata estesa a ciò che questi gruppi definiscono "mondialismo", cioè all'intero processo di globalizzazione. Anzi, la destra radicale rivendica una priorità rispetto alla sinistra, quella di avere anticipato di anni la denuncia no global: rispetto al popolo di Seattle, essa aggiunge la descrizione degli ebrei come protagonisti della globalizzazione, enfatizzando il loro ruolo nei mass media, che sarebbero i veri propagandisti del mondialismo. In conclusione, l'antisemitismo in Italia esiste: in forma diffusa, come sentimento generale suscitato dalla politica di Israele, oppure presso frange aggressive che, seppure limitate, sono rivelatrici di intrecci perversi. Se si osservano i siti Internet con sigla islamica (RadioIslam, Arabcomint) diretti magari da un arabo ma con fior di collaboratori italiani ed europei (spicca Maurizio Blondet, nota firma di Avvenire, oltre agli storici revisionisti Faurisson e Irving), troviamo brani coranici accanto ai famigerati Protocolli di cui si rivendica l'autenticità; troviamo attacchi a Sharon mescolati a saggi contro il mondialismo frutto del complotto giudaico-americano, la difesa dei talebani vicino al testamento di Hitler. L'incontro, insomma, fra integrismo islamico e antisemitismo nazista ha radici remote (i legami tra il Führer e il Gran Muftì di Gerusalemme) ma l'intreccio di oggi, rinsaldato dagli eventi, mischia pulsioni oscure, cariche di odio e fanatismo, che non andrebbero liquidate come marginali>>.
Possiamo a questo proposito ripetere soltanto quanto gia' osservato nella Nota 279 del nostro saggio dedicato al "caso Majorana" (vedi il punto B nella pagina http://www.dipmat.unipg.it/~bartocci/listast.htm), sulle notevoli perplessita' che si dovrebbero avere di fronte alla dicotomia DESTRA-SINISTRA, che fu (e viene ancora) proposta e favorita - nel quadro delle "strategie culturali" di cui si parla sovente in questo sito - in luogo della "concorrente", ben piu' autentica e significativa, SOPRA-SOTTO***. Se ci si consente la battuta, si potrebbe quasi dire che i giovani istintivamente "di sinistra" siano quelli di "destra" che non hanno pero' ancora capito bene, a livello di analisi storica, come stiano veramente certe cose...
Dopo quest'ampia premessa, ecco una selezione (che si spera interessante ma piu' di ogni altra cosa istruttiva) di alcune riflessioni-informazioni**** che dovrebbero essere capaci di generare qualche "dubbio" in coloro che non sono ancora usciti dagli "schemi" di pensiero (compresi quelli definiti "alternativi") che unici oggi vengono ufficialmente proposti-concessi per inquadrare la propria esperienza sociale-politica, con il risultato che se le cose vanno avanti cosi', tra rassegnazione (un amico mi consiglia di lasciar perdere, e di andare a godere l'acqua corrente e il riscaldamento centralizzato di cui godiamo nelle nostre abitazioni, oppure di accontentarmi del fatto che mi sia permesso di scrivere le presenti righe continuando ad occupare la posizione che ricopro nel sistema dell'educazione superiore), servilismo, terrorismo ideologico intimidatorio, ipocrisia, etc., si rischia tra poco di dover nuovamente ringraziare, prostrati a terra, chi ci "salvera'" dalla catastrofe economica e dalla fame regalando formaggio e gallette, e concedendo prestiti a larghissimo interesse...
1 - Editoriale di "StoriaVerità", N. 32, Settembre-Ottobre 2001.
2 - "Se la guerra ritorna", di Mario Tarchi, (dal n. 251 di "Diorama Letterario", Aprile 2002).
(gli scritti di cui ai punti 6 e 7 sono apparsi su un mensile che e', come noto, di ispirazione cattolica, a dimostrazione di quanto tale cultura sia ai giorni nostri piu' attenta a certe storture etiche della moderna civilta' occidentale che non altre...).
Non resta che augurare al solito buona lettura, e SURSUM CORDA,
UB (maggio 2002)
* Il termine viene qui inteso naturalmente in senso lato, "etico", e non strettamente "legale". E' la corruzione morale che induce per esempio il dilagare dei disordini sessuali (fenomeno al quale molti assistono con compiaciuto "divertimento"), la mercificazione dell'immagine della donna, la tolleranza verso il "crimine", la prevalenza dei comportamenti egoistici nell'esercizio di cariche pubbliche (d'onde sfiducia generalizzata dei cittadini nei confronti della classe politica, dei magistrati, dei professori,...), etc.. Una considerazione dello stesso genere si ritrova nell'intervista di cui al successivo punto 7: "al fondo, la radice della crisi argentina e' di ordine morale".
** L'espressione fa riferimento all'omonimo saggio di Serge Halimi (sottotitolo: "giornalisti e potere"), edito in italiano da Pironti, Napoli, 2000.
*** In relazione a scelte che possono dirsi quasi "obbligate", ci sarebbe da dire pure che e' lecito obiettare l'esistenza ideale di terze e quarte posizioni di fronte a chi pretende che non si possa uscire dal seguente spiacevole dilemma: o si sta dalla parte di chi sta costruendo da alcuni secoli il Novus Ordo Seclorum (nella demiurgica presunzione di portare avanti un progetto approvato da "Dio" medesimo: Annuit Coeptis - dove "Dio" e' naturalmente da identificarsi con l'elite stessa di cui si parla), oppure da quella di chi si fonda sulle "favole" di un Uomo-Dio risorto, o di un antico profeta che parlava con gli angeli, etc. (credenze che hanno solitamente origine dalla sofferta esperienza di vita di qualche teomane, preda di allucinazioni uditive o verbali, probabilmente in "buona fede", ma che poi vengono coltivate e sviluppate da schiere di personaggi che ne comprendono bene la valenza quali instrumenta regni - "curioso" anche osservare che tutte le "strade" piu' battute di questo tipo sembrano avere una comune matrice culturale...)
**** E' quasi superfluo avvertire che gli scritti che si propongono all'attenzione critica dei rari lettori di questo sito sono del tutto "indipendenti" dalle opinioni dianzi illustrate dallo scrivente.